Umberto Eco morto il 19 febbraio 2016 a Milano, nel suo testamento chiede di non organizzare o promuovere giornate di studio su di lui, come aveva detto diverse volte ai suoi allievi.
La moglie Renate lo ha riferito alla semiologa Patrizia Violi, che ha diffuso la richiesta di Eco. “La notizia ci è stata data dalla professoressa Violi la scorsa domenica – ha detto a margine di un incontro l’assessore alla Cultura di Bologna, Davide Conte – quando stavamo inaugurando la piazza coperta della Sala Borsa che ha ora il nome di Umberto Eco. Il nostro non era un convegno sul professore, ma solo un’iniziativa per ricordarlo. Comunque non abbiamo in programma convegni per il futuro”.
Gli allievi hanno fatto sapere cjhe rispetteranno la volontà del semiologo e non organizzeranno convegni, né vi parteciperanno se dovessero essere organizzati da altri.