Spotlight è un film che parla di una cosa in Italia quasi sconosciuta da poco più di un ventennio: il Giornalismo.
La maiuscola non è stata messa a caso.
Ideale prosecuzione di un discorso sui cani da guardia del Potere iniziato con ‘Tutti gli uomini del Presidente’ (Alan Pakula, 1976), Spotlight narra – guarda caso – un fatto ben noto alle cronache, anche quelle italiane, che ebbe inizio proprio nell’anno di uscita del celebre film sul Watergate.
La Chiesa cattolica, nella persona del Cardinale Bernard Law (nomen omen!) coprì per trent’anni una serie incredibile di abusi sessuali perpetrati da parroci e diaconi nei confronti di bambini ‘difficili’ o ‘sfortunati’ affidati alle loro cure. A scoprire tutto il marciume, proprio Spotlight, la piccola squadra investigativa del quotidiano Boston Globe che deve vedersela con avvocati senza scrupoli che difendono la Chiesa e si dannano l’anima per insabbiare ogni cosa. Senza contare che in mezzo ci si mette anche l’11 settembre a complicare il tutto.
Inutile dire che le coraggiose iniziative dei quattro giornalisti capitanati da un perfetto Michael Keaton sarebbero impensabili nei giornaloni nostrani. Al mondo anglosassone deve sembrare inverosimilmente pesante la minaccia, velatissima, indirizzata a Keaton da un uomo vicino alla Curia: ‘il tuo direttore tra due anni se ne andrà ma tu continuerai a vivere a Boston’. Da noi il caporedattore scomodo sarebbe stato direttamente ‘dimissionato’ dal politico baciapile di turno e l’inchiesta probabilmente non sarebbe mai stata portata a termine. Per un confronto ancora più diretto, basta ricordare cosa stanno passando i giornalisti Nuzzi e Fittipaldi per avere fatto egregiamente il loro sacrosanto lavoro.
Spotlight, già presentato a Venezia, è di Tom Mc Carthy, curioso personaggio: è una vita che si alterna tra fare l’attore e il regista e anche come regista passa da dimenticabilissime pellicole come ‘Ti presento i miei’ (2000) a poetiche visioni come ‘Amabili resti’ (2009).
In realtà, Mc Carthy si era misurato molti anni fa anche con un solido thriller come ‘Ipotesi di complotto’ (1997) che gli è tornato senza dubbio utile nel sostenere la tensione che rimane intatta per più di due ore in Spotlight.
Attori tutti notevolissimi, a cominciare da Stanley Tucci, avvocato armeno che cerca un po’ di giustizia per le vittime, passando per Mark Ruffalo e Rachel McAdams, due dei giovanotti di Keaton.
Il gruppo del Boston Globe ottenne il Pulitzer nel 2003 per la sua incredibile inchiesta e il mifitico Cardinale Law venne infine rimosso da Ratzinger per affrontare una comodissima vecchiaia a Santa Maria Maggiore.
Chiosa piuttosto bizzarra e indicativa della mentalità made in Usa: Spotlight in America è stato proibito ai minori di 17 anni, poiché viene usata più volte la parola ‘pompino’. A riprova che il giornalismo sarà certamente meglio al di là dell’oceano, ma l’ipocrisia non conosce confini.
Spotlight è da vedere assolutamente a partire dal 18 febbraio.