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Mimmo Verdesca: vi racconto 'Protagonisti per sempre'

Un documentario che racconta e analizza le storie e le esperienze degli attori del nostro cinema dal Neorealismo ad oggi che sono rimasti per sempre dei bambini.

Mimmo Verdesca: vi racconto 'Protagonisti per sempre'
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3 Settembre 2015 - 22.20


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di Davide Monastra

Ci sono attori che rimangono ragazzi per sempre. Dal Neorealismo ai nostri giorni, si sono susseguiti sul grande schermo molti volti di bambini, divenuti “di famiglia” nel nostro cinema. Il documentario “Protagonisti per sempre”, ideato, prodotto e diretto da Mimmo Verdesca, racconta e analizza le esperienze di questi giovani attori che, dal dopoguerra a oggi, hanno esordito da giovanissimi in film di riconosciuto valore artistico, e che, pur con percorsi diversi, sono indissolubilmente legati alla Storia del Cinema italiano. Il lavoro di Verdesca ha vinto il Gryphon Award per il “Miglior documentario” al Giffoni Film Festival 2015 ed è stato selezionato ufficialmente dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani per concorrere ai Nastri d’argento 2015 come “Miglior documentario sul Cinema”.

Come è nata l’idea di “Protagonisti per sempre”?

Dopo il successo del mio precedente documentario “In arte Lilia Silvi” sulla vita e la carriera di Lilia Silvi, popolare attrice del cinema italiano degli anni quaranta, film per il quale ho vinto il Nastro d’argento nel 2012 come “miglior documentario sul cinema”, volevo indagare cosa possa significare per un bambino che viene scelto come protagonista di un film trovarsi catapultato nel mondo folle del cinema. La curiosità mi ha spinto verso questo nuovo progetto.

Quindi, dopo anni di oblio, tornano a parlare Andrea Balestri, Eleonora Brown, Giorgio Cantarini, Totò Cascio, Luciano De Ambrosis, Agnese Giammona, Nella Giammona, Rinaldo Smordoni, quei bambini tutti “presi dalla strada” che con la loro verità hanno contribuito a rendere grandi alcuni dei capolavori del nostro cinema: dal neorealismo de “I bambini ci guardano” e “Sciuscià” passando per “La ciociara”, “Le avventure di Pinocchio” fino a “Nuovo Cinema Paradiso” e “La vita e bella” e altri.

Quella verità che oggi ancora raccontano nel mio documentario “Protagonisti per sempre”. Lavorare accanto a De Sica, Visconti, Benigni, Tornatore e Comencini è stato per tutti loro una favola, un lavoro che sembrava per lo più un gioco, ma che poi ha inevitabilmente creato aspettative (tradite o realizzate), sogni, e l’orgoglio di aver fatto qualcosa di importante. Ho dato voce ai loro ricordi ed è emersa l’emozione di ieri e la consapevolezza di oggi, ma non solo. E se è vero che l’infanzia rappresenta un periodo fondamentale nella formazione di un individuo, è evidente che ciò che mi interessava è proprio quello che è accaduto “dopo” la partecipazione dei protagonisti al film: non la parentesi del set cinematografico, ma il suo risultato, ossia il modo in cui quella esperienza è maturata nelle singole vite, segnandone il percorso, nel bene e nel male.

Ti aspettavi la vittoria al Festival di Giffoni?

Ci speravo ovviamente e oggi sono felicissimo. Qualsiasi forma di attenzione verso il nostro lavoro da parte di un giornalista, di un critico, di un festival e quindi del pubblico in generale è sempre fonte di enorme gratificazione. Perché dietro ogni film, qualsiasi genere esso sia, c’è sempre un lungo lavoro di preparazione, di studio, di tecnica e costruzione che definirei, per quanto mi riguarda, certosino e che affronto sempre con grande professionalità e infinita passione e rispetto. E’ bellissimo quando ti accorgi che lo spettatore fa propri i tuoi intenti e ne resta coinvolto ed emozionato.

Inoltre il progetto di questo documentario nasce anche dalla volontà di riaffermare la valenza della Memoria. Tutelarla e tramandarla soprattutto alle nuove generazioni. Per questo essere in concorso e poi vincere proprio al Giffoni Film Festival 2015 il Gryphon Award per il “miglior documentario” è stata una gratificazione doppia, perché sono stati i giovani a votarlo e a sceglierlo insieme agli adulti. Il Giffoni Film Festival è una esperienza speciale e unica. Offre l’opportunità a ragazzi di tutte le età di confrontarsi con altre culture, di appassionarsi a tante storie e di farne appunto memoria per crescere. Non potevo desiderare una cornice più adeguata del Giffoni Film Festival per presentare questo mio nuovo lavoro e l’inaspettato risultato ottenuto ne è stata la conferma.

Che lavoro hai fatto con i protagonisti del documentario?

Prima di tutto ho intrapreso una ricerca durata diversi mesi in tutta Italia. Una volta rintracciati, ho spiegato loro in maniera dettagliata quale fosse il senso profondo del mio progetto e subito hanno accolto la mia proposta in maniera entusiasta.

Quanto è importante per i ragazzi conoscere il passato del cinema italiano?

Il cinema italiano e non, in forme diverse, attraverso generi e linguaggi differenti ha sempre cercato, sin dalle origini, di raccontare l’uomo e la società, diventandone molto spesso memoria storica, sublimata attraverso l’arte. La Memoria è coscienza e il cinema offre spesso la possibilità di riflettere, porre delle domande e dare a volte delle risposte, permettendoci di conoscere appunto e arricchirci per capire e affrontare meglio il presente, in modo da costruire un futuro forse migliore.

Che cosa hai imparato dagli attori-bambini che hai intervistato?

Hanno sicuramente arricchito la mia anima. Dal mio documentario emerge una serie di ritratti umani e familiari tutti autenticamente sinceri e ognuno di loro porta con sé una storia emblematica, un particolare che li differenzia. Sono impagabili le emozioni che mi hanno regalato e che, attraverso il mio lavoro, ho cercato di trasmettere al pubblico.

Un consiglio ai bambini che vogliono intraprendere questa strada…

Il mio documentario “Protagonisti per sempre” permette anche di analizzare in che modo il cambiamento e l’evoluzione della nostra società, nel corso dei decenni, abbia modificato l’approccio di un bambino o di un adolescente e della sua famiglia a quel tipo di esperienza nel mondo del cinema. Ne deriva un messaggio importante: fare cinema o teatro è un lavoro molto serio e difficile e non ci si può improvvisare. Quando si è bambini, il gioco deve prevalere su tutto anche e soprattutto in un’ esperienza così. Dopo bisogna studiare, prepararsi e conoscere il mestiere, qualsiasi ruolo si vada a occupare. La mia lunga esperienza in cinema e teatro anche come aiuto regista mi ha insegnato che la professionalità è indispensabile. Oggi la tecnologia sempre più a portata di mano e le tante scuole di recitazione non sempre serie, permettono a chiunque di sentirsi in grado di fare, spesso però con incompetenza e grande presunzione. Questo purtroppo crea grande confusione e produce pericolose illusioni e cocenti delusioni.

E un consiglio che daresti ai genitori?

Totò Cascio nel mio film dice: “Se a un bambino gli si permette di essere libero e spontaneo, fa delle cose meravigliose, se invece gli si costruisce un personaggio attorno, è finito tutto”. Credo che in questo senso la famiglia sia l’unica vera tutela. Consiglierei, quindi, di affrontarlo con i piedi ben piantati in terra, soprattutto nel mondo di oggi.

Domanda di rito: quali progetti per il futuro?

I progetti sono sempre tanti. Nell’imminente un nuovo documentario in preparazione, poi una commedia teatrale con Leo Gullotta e la stesura di una nuova sceneggiatura per il cinema.

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