E’ stata un’accoglienza gelida, quella che giornalisti e critici accreditati al Festival di Venezia hanno tributato a “Everest”, alla proiezione stampa del film di apertura della manifestazione cinematografica. Silenzio, nessun applauso e fin troppa indifferenza alla fine della pellicola, in attesa che il film sia presentato al pubblico questa sera, 2 settembre 2015, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
L’opera è basata sui fatti realmente accaduti nel 1996, quando due differenti spedizioni, una guidata da Scott Fischer e l’altra da Rob Hall, nel tentativo di raggiungere la vetta della montagna più alta del mondo, si scontrarono con una tempesta di neve di inusitata potenza che portò alla morte di diversi partecipanti alle due cordate.
Del cast stellare scelto per il film dal regista islandese Baltasar Kormakur a Venezia sono arrivati Jake Gyllenhaal, Jason Clarke, Emily Watson, Josh Brolin e John Hawkes. Insieme a loro anche i familiari dei veri scalatori, oltre ad alcuni sopravvissuti della sfortunata scalata. Il film, che sarà in sala dal 24 settembre, è stato girato tra Cinecittà e un freddissimo set in Alto Adige.
Gyllenhaal, parlando alla stampa, ha voluto ringrazie il Festival: “Sono molto legato a Venezia, qui la mia carriera è cambiata dopo la proiezione di Brokeback Mountain dieci anni fa quando sono arrivato al Lido ero un uomo quando sono ripartito un altro”. “Abbiamo affrontato di peggio – ha detto Jason Clarke – abbiamo girato sulle Dolomiti con un vento pungente e temperature sotto zero, ma nonostante il freddo, le punte dei piedi e delle mani quasi congelate é stata la migliore esperienza cinematografica che abbia mai avuta”.
Il regista ha invece ricordato: “Ci sono stati momenti difficili come quando in Val Senales la produzione é stata colpita da una delle nevicate più intense della storia e l’allarme valanghe é diventato veramente realistico, eppure è stata un’esperienza straordinaria sia per il rapporto con la natura che per il senso di cameratismo che si è creato tra gli attori. Gli ho fatti soffrire parecchio, ma non li ho mai messi in pericolo”.
Particolamente richiesto dai giornalisti è stato il protagonista del film: “Interpretare questo personaggio mi ha fatto provare una grande responsabilità – ha concluso Gyllenhaal nell’incontro con la stampa – quando i figli di Scott Fischer mi hanno contattato direttamente é stato molto emozionante. Erano preoccupati dell’immagine che avrei restituito di loro padre, incontrarli mi ha permesso di vedere il mio personaggio attraverso i loro occhi. Ho cercato di rappresentarlo non attraverso le caratteristiche fisiche che pure abbiamo studiato ma con l’essenza del personaggio e spero di esserci riuscito”.
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