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La rivoluzione didattica: ecco dove la buona scuola nel pubblico c'è già

Tre stagioni e una vacanza è il documentario di Claudia Cipriani, un viaggio in 3 realtà scolastiche italiane protagoniste di una rivoluzione didattica.

La rivoluzione didattica: ecco dove la buona scuola nel pubblico c'è già
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10 Giugno 2015 - 09.55


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“Volevo mostrare la scuola pubblica da un punto di vista diverso da quello rappresentato dai media, inteso come luogo di stagnazione, conflitto e precarietà”: è con questo intento che nasce ‘Tre stagioni e una vacanza’, documentario di Claudia Cipriani, giornalista e regista milanese.

E come questa nuova immagine? Attraverso il racconto di scuole ‘speciali’: “Ci sono scuole che con tanta fatica stanno portando avanti una piccola rivoluzione in primo luogo a livello didattico, ma anche a livello sociale, visto che il ruolo della scuola è rivisitato e reso più vivace”. Un documentario girato nella scuola pubblica perché, come spiega la regista, l’istruzione deve essere di tutti, “ed è l’unica cosa che può far sì che una persona non diventi un suddito ma possa pensare con la propria testa”.
Tre le scuole protagoniste del progetto. La prima è una scuola elementare milanese chiamata ‘Senza zaino’, perché i libri restano a scuola. Qui le lezioni iniziano nell’’agorà’, uno spazio dove, seduti su cuscini, i bambini e la maestra si danno il buongiorno, raccontano come si sentono e provano a capire insieme cosa si farà durante la giornata. Poi, c’è una scuola media a Pontenure, provincia di Piacenza, dove gli studenti seduti in gruppo su grossi pouf colorati creano testi interattivi con i tablet. Dopo, si siedono intorno a un tavolo, tra vetrini e microscopi, per la lezione di scienze, e se c’è bel tempo fanno l’ora di lettura in giardino. Al pomeriggio lavorano in classi di età mista e modellano insieme la creta o intagliano il legno. La terza scuola è un istituto agrario di Salerno, dove gli studenti lavorano la terra e studiano sui libri nel tentativo di preservare e rilanciare il proprio territorio, in una regione martoriata da ecomafie e speculazioni.

A colpire Cipriani, l’abbandono di un insegnamento meramente nozionistico, il riconoscimento dell’autonomia di apprendimento degli studenti, il ruolo crescente delle nuove tecnologie e la riscoperta dell’ambiente naturale e urbano che circonda ogni scuola: “Faccio mio le parole di Mario Lodi, secondo il quale bisogna scardinare le vecchie concezioni dell’alunno come soggetto da ‘addomesticare e contenitore da riempire’. E ieri come oggi, il bravo maestro, sarà sempre quello che sa che bisogna ‘mettere al centro della scuola il bambino, liberarlo da ogni paura, dare motivazione e felicità al suo lavoro’”. Il riferimento è alle riforme che si sono succedute negli anni: “Se ci sono cose che nella scuola pubblica vanno cambiate, allora si deve ragionare su come cambiarla, non pensare di smantellarla progressivamente, magari a favore delle scuole private. Un Paese può diventare migliore solo se si semina con consapevolezza e passione e se ai semi viene data la possibilità di crescere bene”.

Il documentario è in fase di produzione, molte riprese sono già state fatte ma ce ne sono altre da effettuare. A seguire, montaggio e post-produzione. Per farlo, Claudia Cipriani ha lanciato una campagna di crowfunding sul sito Produzioni dal Basso: “Abbiamo previsto una serie di ricompense in cambio del sostegno di chi vorrà unirsi a noi. Se la campagna di finanziamento andrà a buon fine, non solo riusciremo a portare a termine il documentario ma potremo anche dar vita a un sito ricco e dettagliato che permetterà di riunire insieme tutte le esperienze più interessanti del panorama scolastico italiano”. (Ambra Notari)

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