“Lei è Pininfarina, io l’operaio. Le risposte per gli attori sono tutte nel libro e nella sceneggiatura che è chiusa, altrimenti i produttori non ti darebbero i soldi, ma che è anche un oggetto che io apro, chiudo, sposto. Anche se io sono convinto che innanzitutto il cinema si scrive, poi si recita, si gira, si monta ma soprattutto si scrive. Sono passati quattro anni da quando Margaret ha scritto il libro a quando abbiamo pensato di portarlo al cinema quasi per caso rileggendo una frase “l’errore era stato pensare di trovare tutto in un’unica persona” in quel momento ho capito che poteva farsi un film”. [i]Nessuno si salva da solo[/i] è il terzo adattamento di Castellitto da un romanzo della moglie Margaret Mazzantini. E così Delia ha preso il volto di Jasmine Trinca e Gaetano quello di Riccardo Scamarcio, lei è una nutrizionista con un passato da anoressica, lui un aspirante scrittore che “tira a campare” scrivendo per la tv e corteggiando il cinema. Hanno avuto due figli che hanno finito per prendere tutti gli spazi, quando Gaetano chiede alla moglie cosa vedi guardandomi in faccia? Lei risponde i figli.
Castellitto torna come regista dopo tre anni dopo Venuto al mondo sempre da un libro della moglie e rivendica un ruolo di filmaker non cinefilo:”Io sono il primo spettatore, sfioro il ridicolo perché vedo le sequenze e piango oppure guardo le facce degli operatori e immediatamente capisco se una scena funziona oppure no. Questo mio film è nato come una canzone, le scene al ristorante sono un ritornello. E’ un film che ha le musiche di grandi poeti: Tom Waits, Leonard Cohen, Lucio Dalla. E un poeta come Roberto Vecchioni a cui ho chiesto di fare l’attore. Avrei potuto avere grandi attori per quel ruolo ma ho scelto lui con il suo panico da prima volta”.
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Argomenti: Cinema