90 anni e non sentirli. Minimamente. Al contrario dei suoi coetanei che da comuni mortali tirano avanti tra mille attenzioni e premure, per lui questo ambito traguardo significa solo azione, adrenalina a mille e colpi di scena a raffica. Un modo di affrontare la vita non certo da ultrapensionato insomma. Ma lui può, perché si chiama Bond, James Bond.
E ha 90 primavere sulle spalle. Sì perché l’agente segreto più famoso del mondo, nella finzione letteraria del creatore Ian Fleming nasce l’11 novembre del 1924. La data compare nel libro “Si vive solo due volte” uno dei romanzi che raccontano le sue gesta, precisamente il penultimo dei 15 firmati dallo scrittore a partire dal 1953 (quando pubblicò “Casino Royal”) fino al 1965. In quelle storie piene di spie e donne affascinanti narrate da Fleming, i lettori impararono subito a conoscere il raffinato e intrepido Comandante Bond, appassionandosi alle sue missioni e decretandone il successo.
La grande notorietà però l’agente 007 la ottiene quando diventa un film. Per dargli un volto fino a quel momento solo immaginato dai più, venne indetto un concorso che fu vinto da un modello, Peter Anthony. Dopo una serie di prove però i produttori lo trovarono inadeguato e chiamarono il primo degli esclusi, un tale che di nome faceva Sean Connery e che nella vita aveva fatto mille mestieri.
Da quel momento l’agente 007 sarà lui e Bond diventa un mito planetario con le sue imprese al servizio di Sua Maestà con splendide Bond girls a fargli da contorno. Una passione smisurata per le Aston Martin, lo smoking impeccabile e senza una piega anche quando si sfila di dosso una muta da sub, il drink preferito che beve con gusto, “un vodka Martini agitato, non mescolato”, e soprattutto la sua licenza di uccidere, spesso messa da parte per la proverbiale astuzia di cui è dotato.
Connery ha interpretato sette film della serie, il primo nel 1962, il celebre “Licenza d’uccidere”, che lanciò a livello mondiale Bond facendolo diventare un mito, poi nel1963 fu la volta di “Dalla Russia con amore”, nel 1964 di “Missione Goldfinger” l’anno successivo di “Operazione tuono”, poi nel 1967 di “Si vive solo due volte”, nel 1971 di “Una cascata di diamanti” ed infine nel 1983 “Mai dire mai”.
Curiosità. Per dire la famosa battuta “Il mio nome è Bond, James Bond”, frase tormentone entrata nella storia del cinema, ci vollero tre ciack e il supporto di due cognac, Connery non ce la faceva proprio a pronunciarla come voleva il regista nonostante la semplicità: “Non riusciva a spiccicare parola, era bloccato”, come ha rivelato in seguito Eunice Gayson, affascinante antagonista di Bond nella prima pellicola.
Dopo l’attore scozzese è stata la volta, sfortunata quanto a popolarità e successo di George Lazenby, con un solo film all’attivo, “Al servizio segreto di Sua Maestà”, seguito subito dopo da Roger Moore che risollevò la serie coi suoi 7 episodi: «Vivi e lascia morire» di Guy Hamilton, “L’uomo dalla pistola d’oro”, “La spia che mi amava”, “Operazione Spazio”, “Solo per i tuoi occhi”, “Operazione Piovra”, fino all’ultimo «Bersaglio mobile» di John Glen del 1985. Moore peraltro, era stato scelto per “Licenza d’uccidere”, ma era impegnato col fortunato serial televisivo “Il Santo” e non potè accettare la proposta
Quarto in ordine di apparizione Timothy Dalton, che è stato Bond per due volte: nel 1987 con “Zona pericolo” e nel 1989 con “Vendetta privata”. Poi è toccato all’irlandese Pierce Brosnam, star del cinema statunitense, che è stato 007 con quattro film, “Goldeneye” nel 95, “Il domani non muore mai” del 97; “Il mondo non basta” del 99 e “La morte può attendere” del 2002.
Ma la “Bond Renaissance” che ha rilanciato la saga a livelli planetari, si è avuta grazie all’ultimo interprete del personaggio creato da Fleming, lo spigoloso (ex rugbista) Daniel Craig, che ha dato un’impronta tutta sua al personaggio: più ruvido, più duro, più tormentato psicologicamente. Un Bond diverso dagli altri visti sino ad ora, che si è imposto ugualmente rinverdendone il mito. Gli incassi record di “Skyfall” (terza pellicola del suo 007), ne sono la riprova e c’è da scommettere che anche il prossimo episodio che arriverà nelle sale nel 2015, sarà un successo. Nonostante il tempo che passa. 90 anni in questo caso non sono un problema, ma una garanzia.