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La scuola più bella del mondo, Acerra: un film che fa male

La lettera di una docente di Acerra attacca il film di Luca Miniero con protagonisti Papaleo e De Sica: 'Fa più male questa pellicola del termovalorizzatore'.

La scuola più bella del mondo, Acerra: un film che fa male
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18 Novembre 2014 - 11.59


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La professoressa Rosanna Vacchiano ha inviato una lettera al Corriere del Mezzogiorno, in cui ha raccontato la sua indignazione e quella di tutta la comunità di Acerra, per il film «La scuola più bella del mondo» di Luca Miniero con Rocco Papaleo e Christian De Sica.

La pellicola si limiterebbe a raccontare dei luoghi comuni e dipingere il centro campano solo come un’Africa meridionale, in cui regnano solo maleducazione e ignoranza, tanto che la docente ha affermato nella sua missiva che vedere quest’opera “fa più male del termovalorizzatore”. Ciò che l’insegnante ci tiene a sottolineare è un semplice concetto: “Noi non siamo così”.

Ecco la lettera inviata dalla professoressa: «Caro direttore,
domenica sera appena uscita dalla proiezione del film La scuola più bella del mondo, sono stata letteralmente investita da un sentimento di rabbia. I contenuti del film, la storia, i riferimenti geografici, hanno prodotto in me indignazione e dispiacere, peraltro subito condivisi da altre docenti e mamme di alunni che come me avevano assistito alla proiezione. Abbiamo cosi deciso di scrivere lettere, di protestare, di far sentire le nostre ragioni. Una trama cinematografica non può denigrare una comunità in modo così grottesco. Insegno da vent’anni al primo circolo didattico di Acerra, la scuola di cui si dovevano rappresentare le ragioni di una chiusura, e la speranza di una riapertura in tempi brevi. Una scuola costretta, a causa della dichiarata inagibilità, ad articolare la didattica in varie sedi. Ma è solo grazie a competenza, professionalità e spirito di abnegazione di tutto il corpo docente che le iscrizioni sono lievitate. Gli studenti di Acerra non sono dei delinquenti che girano in passamontagna, né fanno da contraltare ai perfettini del Centro-Nord, come vuole proporre lo stereotipo del copione del film. Nessun insegnante delle scuole del Sud si è mai sognato di entrare in aula, abdicando al suo ruolo, indossando le cuffie e permettendo che gli studenti scatenassero i loro istinti peggiori. Fa male vedere Papaleo, uomo del Sud, rappresentare tale idiozia. Nel film di Miniero la connotazione principale dei ragazzi di Acerra è la volgarità, unita a maleducazione e indisciplina. Dei docenti tutti, l’ignoranza. Additare i ragazzi del Sud come criminali è semplicemente vergognoso. Ricorrere al paradosso del metal detector, con relativa schedatura dei ragazzi, che incappucciati giungono nella ridente terra toscana, altro non è che un misero tentativo di screditare la nostra comunità. Ad Acerra, come in altre realtà italiane, spesso si convive con problematiche sociali difficili. Ma la terapia per affrontarle e risolverle non è certo quella tracciata dal regista. Tratteggiare in maniera così grottesca la figura del professore del Mezzogiorno significa non apprezzare appieno il difficilissimo compito a cui sono chiamati (tutti i giorni) gli insegnanti meridionali che, a fronte di situazioni difficili, e in assenza di adeguate misure di sostegno alla professione, svolgono il loro ruolo in maniera encomiabile, gettando il cuore oltre l’ostacolo. Questo film, parafrasando Silvio Pellico, e Le mie prigioni, ha fatto più male alla città di Acerra della battaglia persa contro l’insediamento del termovalorizzatore, che vide dieci anni fa l’intera popolazione sfilare contro tale nefasto insediamento».
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