Cristiano Chiarot, presidente Anfols (Associazione nazionale fondazioni lirico sinfoniche), ha risposto con una nota alle critiche mosse dall’inchiesta Classic Voice, già anticipata da diverse testate giornalistiche, spiegando che non sono stati analizzati tutti gli aspetti della situazione.
Gli esami per le Fondazioni liriche non finiscono mai e ciò è sempre di aiuto anche se va rilevato che spesso, purtroppo, in sede di giudizio non tutti gli aspetti delle questioni sollevate sono valutati adeguatamente. In particolare prendendo in considerazione l’interessante inchiesta di Classic Voice (in edicola da oggi e già ampiamente anticipata da alcune testate) sull’analisi delle proposte artistiche dei vari cartelloni d’opera dei teatri italiani, sarebbe valsa la pena di mettere sotto la lente di ingrandimento i vari diversi aspetti della situazione. Con ogni probabilità il risultato sarebbe stato diverso e avrebbe anche messo in luce lo sforzo compiuto da tutte le Fondazioni per dare spazio a nuove produzioni e nuovi autori.
Nell’analizzare le stagioni, ad esempio, forse non si sarebbe dovuto dimenticare l’andamento del FUS e come nessuna delle dodici Fondazioni liriche aderenti all’Anfols ha ricevuto finanziamenti straordinari, anzi stiamo aspettando con trepidazione i risultati degli sforzi che il ministro Franceschini sta facendo per reintegrare il taglio apportatoci nel FUS del 2015.
Va inoltre tenuto in considerazione che il nostro comparto è protagonista di un grande sforzo organizzativo e artistico, per salvaguardare la vita delle Fondazioni liriche italiane e conseguentemente i loro progetti culturali oltre alle migliaia di posti di lavoro che ne dipendono. Sono aumentati pubblico, produzione e produttività e questi non paiono essere dati positivi.
Evidentemente questo riassetto ha convinto molti a non ripetere gli errori del passato, quanto a scelte di programmazione e di gestione che avevano messo a repentaglio la vita stessa delle nostre istituzioni.
IL PRESIDENTE
Cristiano Chiarot