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Carlo Fontana: lo spettacolo deve essere fuori dal patto di stabilità

Il presidente dell’Agis è intervenuto all’Assemblea dell’Anci degli Assessori alla Cultura e al Turismo per ribadire che lo spettacolo è un bene primario come la sanità e la scuola.

Carlo Fontana: lo spettacolo deve essere fuori dal patto di stabilità
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24 Luglio 2014 - 15.51


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“Lo spettacolo è cultura, un bene primario che, come la sanità e la scuola, deve essere fuori dal patto di stabilità”. È quanto ha chiesto Carlo Fontana, presidente dell’Agis, intervenendo oggi a Roma all’Assemblea Nazionale Anci degli Assessori alla Cultura e al Turismo.

Nel corso del suo intervento Fontana ha sottolineato con preoccupazione “l’affermarsi di una scuola di pensiero che considera la cultura quasi esclusivamente nell’accezione di bene culturale, trascurando l’attività culturale e quindi il cinema in sala e lo spettacolo dal vivo. Mai come oggi, nel tempo dell’era digitale che rischia di annullare ogni esperienza in una individuale relazione con il proprio smartphone, è questa un’idea pericolosissima”.
“E’ quindi necessario – ha continuato Fontana – promuovere un’ampia riflessione teorico-concettuale come premessa di consequenziali interventi istituzionali, progetti legislativi e proposte operative moderne ed espansive. È quanto l’Agis, l’associazione di riferimento dello spettacolo italiano intende fare a partire già dal prossimo autunno”.

All’Assemblea era presente anche il Ministro Dario Franceschini, al quale Fontana ha chiesto un incontro urgente, presso il Mibact, per approfondire a livello tecnico tutte le possibili norme agevolative per le piccole e medie imprese dell’esercizio cinematografico e dello spettacolo dal vivo.

Nel corso del suo intervento Fontana ha sottolineato la necessità di definire con sollecitudine interventi, a livello nazionale, diretti e mirati per l’esercizio cinematografico e lo spettacolo dal vivo, unitamente all’abolizione o riduzione dei costi di gestione dovuti a norme obsolete. Per il sistema territoriale, oltre a chiedere che la cultura sia fuori dal patto di stabilità, il presidente dell’Agis ha ricordato il devastante impatto che il riordino del sistema dei tributi locali ha avuto sulle sale cinematografiche e teatrali, con aumenti delle imposte di oltre il cento per cento.

Nell’esprimere apprezzamento per l’impegno del Governo sul decreto Artbonus, che ha interessato le fondazioni lirico sinfoniche e la produzione cinematografica e audiovisiva, Fontana ha sottolineato l’assenza di interventi per gli altri comparti dello spettacolo che non sono residuali sia per la dimensione occupazionale ed imprenditoriale sia per la diffusa e capillare azione nei territori, sostenendone la vivibilità. “Sono questi da considerare i figli di un Dio minore per i pubblici poteri?” ha chiesto, ricordando che lo spettacolo dal vivo ha visto ridisegnato il proprio sistema con una riforma, in vigore dal 2015, che ha previsto scelte importanti, ad oggi tuttavia non corredate di risorse nazionali necessarie, dirette ed indirette, a fronte di una grave crisi della finanza locale. Mentre, per le sale cinematografiche, c’è stato il positivo inserimento in itinere di una specifica norma, il tax credit per la ristrutturazione delle piccole sale, ma con l’approvazione “di un testo purtroppo inadeguato nella copertura finanziaria per il fine proposto”.

Dal confronto tecnico richiesto, ha spiegato Fontana “potranno emergere proposte e suggerimenti da portare all’attenzione del Ministro Franceschini per le sue valutazioni e azioni da svolgere anche unitamente ad altri dicasteri”.
In particolare su alcuni problemi inevasi dello spettacolo, sollevati dal presidente dell’Agis, si è trovato ampio riscontro nell’intervento dell’assessore Maurizio Braccialarghe, delegato nazionale Anci per la Cultura.

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