“Ama me lo ha confidato alle 11.30, è venuto in camera mia in pigiama e mi ha detto: ‘io l’anno prossimo voglio fare il Sanremo ter, perché questo è l’anno della rinascita, l’anno prossimo voglio godermi quello del boom” afferma Fiorello. E Amadeus replica: “Lui mi ha risposto: ‘sappi che non ti lascerò mai'”.
Si assiste a uno scambio di battute alla conferenza stampa di avvio del primo marzo. “Sarà un Sanremo diverso dall’anno scorso – sottolinea ancora il presentatore – per l’assenza del pubblico, ma sul palco lo spirito sarà lo stesso dell’anno scorso. Con Fiorello il 70 per cento di quello che facciamo è improvvisato, è il gioco che c’è tra di noi. Certo – ammette – il contorno è strano, la sera quando esci dopo le prove è deserto, l’anno scorso c’erano migliaia di persone. Ma siamo entrati nella ‘modalità senza pubblico’, pensiamo a chi ci guarderà da casa e in teatro avremo l’orchestra meravigliosa del festival: quando vediamo le loro reazioni, i sorrisi, quando incrociamo i loro sguardi, i musicisti diventano il pubblico presente in sala”.
Amadeus ricorda come agli esordi della sua carriera venisse al festival per fare interviste a cantanti e non, senza avere l’accesso all’Ariston. Fare Sanremo per lui è “un sogno realizzato: il festival è la storia della musica, del costume, del Paese: ecco perché era importante non fermarlo, è un segnale di riapertura verso tutto il settore che ha sofferto’’.
Se cancellare il festival avrebbe permesso la riapertura delle varie imprese, piccole e grandi, non avrebbe esitato a fermare il tutto, ma fare Sanremo significa dare lavoro a musicisti, tecnici, operai e tutti coloro che con il festival lavorano.
“Il pubblico – sostiene Amadeus – ha bisogno di leggerezza: sappiamo quello che sta accadendo, Sanremo non risolve i mali del mondo, ma può regalare cinque serate di musica e spensieratezza”.