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Mafia, la lezione di Pippo Fava rivive grazie a Gifuni e a Vicari

Per la giornata della legalità su Raiuno il film tv sul giornalista siciliano assassinato nel 1984

Mafia, la lezione di Pippo Fava rivive grazie a Gifuni e a Vicari
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21 Maggio 2018 - 17.01


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Dopo Rocco Chinnici, un altro personaggio della nostra storia recente ucciso dalla mafia arriva in tv. Si tratta di Pippo Fava, direttore del Giornale del sud e de I Siciliani, ucciso perché i suoi giornali avevano parlato per la prima volta dell’esistenza della mafia a Catania facendo nomi e cognomi. Non solo del boss Nitto Santapaola ma anche di tutti coloro che, nelle istituzioni e non, erano collusi con lui.
Mercoledì 23 maggio, in occasione della giornata della legalità, in prima serata su Raiuno, sarà trasmesso Prima che la notte, il film tv dedicato alla vicenda umana e professionale del cronista siciliano tratto dall’omonimo libro di Claudio Fava e Michele Gambino, figlio e collaboratore del giornalista assassinato il 5 gennaio 1984 con cinque colpi di pistola alla nuca.
Ad interpretare Pippo Fava, per la regia di Daniele Vicari, è Fabrizio Gifuni mentre suo figlio Claudio ha il volto di Dario Aita. Un film che pone una riflessione scomoda a tutti coloro che lo vedranno, a cominciare dai giornalisti. “Non capisco che senso abbia essere vivi – diceva Pippo Fava – se non si ha il coraggio di lottare”.
“Un film proprio bello – ha detto don Luigi Ciotti presente alla conferenza stampa di presentazione – che graffierà le coscienze”. Per il fondatore di Libera, che non ha conosciuto direttamente Fava, il giornalista siciliano era “un uomo colto, curioso, allegro, divorato dalla passione per il giornalismo. Dal film emerge con forza la sua etica professionale, la sua capacità di sottolineare come il giornalismo possa essere un punto di forza della democrazia”.
“Fava – ha ricordato Michele Gambino – aveva un grandissimo amore per la propria terra e una grande passione civile. Ho vissuto buona parte della mia vita cercando di essere all’altezza di quello che era lui, che era il mio direttore, ma non ci sono riuscito. Questo film restituisce integralmente la sua figura”.

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