di Marco Spagnoli
@marco_spagnoli
Il binge watching, alle volte, può diventare un’esperienza “antropologica illuminante”: passare la notte a guardare la quarta stagione di House of Cards e, risvegliarsi la mattina accendendendo un canale satellitare internazionale (France 24, CNN piuttosto che Sky) porta ad una riflessione al limite del sorprendente. Al di là dell’intontimento più o meno giustificato, infatti, allo spettatore sembra di non avere mai smesso di guardare la serie televisiva e che quella finzione sia lo specchio nemmeno troppo deformato della realtà di un’America lacerata e divisa. Le news, infatti, restituiscono al pubblico le stesse sensazioni di inadeguatezza ed incertezza proposte dalla serie.
Non sono i volti a contare e nemmeno le storie, di per sé. Per quanto il crescendo criptofascista di Donald Trump potrebbe andare al di là di ogni finzione come dimostra questo interessantissimo documento del Rachel Maddow Show in onda su MSNBC in cui si fa un paragone tra l’ondata di violenza che agita l’America e il percorso della campagna per la nomination repubblicana di Trump stesso.
La cosa più interessante, invece, è il legame tra realtà e finzione: sebbene i protagonisti siano diversi e i subplot differiscano, i temi dell’America di domani sono tutti presenti nella serie: lo scontro razziale, la diversità, le preoccupazioni per il futuro, i rapporti complicati con la Russia e con la Cina, la possibilità di una donna di affermarsi politicamente lontano dal marito e in maniera indipendente. Tutto è raccontato e digerito. Spiegato, analizzato, offerto in maniera personale in modo da far capire allo spettatore ciò che rimane oltre la notizia quando i (veri) riflettori si spengono.
Un racconto affascinante che al di là dell’essere una testimonianza della lungimiranza dei creatori della serie e dei suoi sceneggiatori sorprende per la sua accuratezza sostanziale, più che per la coincidenza temporale o di narrazione.
La televisione, in questa sua età dell’oro iniziata oltre un decennio fa, ha definitivamente assunto la forza e la potenza della grande letteratura: leggere il presente attraverso la finzione (Serie Tv) o attraverso il suo racconto realista più approfondito (Documentario) diventa l’occasione per una reazione profonda che va oltre lo stupore di stare assistendo, forse, ad un avvenimento ed alla sua rappresentazione quasi contemporanea. Un po’ come accade in Amleto, con il Re assassino, messo dinanzi al racconto del suo stesso crimine, la coscienza collettiva viene scossa da una narrazione su più livelli dove la moralità e l’etica vengono messe a dura prova dalle malefatte e alle spregiudicatezze di un Presidente e di sua moglie.
Questa funzione di coscienza collettiva e di meditata riflessione sulla realtà, una volta, apparteneva esclusivamente alla letteratura e, come sostiene Carlo Freccero nel suo fondamentale saggio Televisione, quest’ultimo mezzo è andato a sostituire la funzione degli scrittori di diffondere e approfondire le ‘idee’ principali che hanno segnato il progresso dell’umanità negli ultimi tre secoli.
House of Cards è, in questo senso, un esempio di grande televisione, ma anche di grande letteratura ‘politica’ dove il nostro presente viene raccontato attraverso una trama complessa che ci mette dinanzi a dubbi e domande che si riflettono, però, in temi e questioni che appartengono all’oggi.
E’ già accaduto in passato che il cinema e la televisione abbiano influenzato la contemporaneità attraverso produzioni importanti, ma mai prima di ora, il timing di messa in onda, la scelta quasi “chirurgica” delle tematiche principali, la diffusione contemporanea a livello globale consentissero un’opportunità così significativa di riflettere sulla nostra realtà.
Un esempio importante di narrazione su più livelli con la realtà e la sua narrazione che procedono di pari passo, arrivando quasi a confondere il pubblico e a “contaminare” il piano personale e decisionale. Certo, è difficile immaginare che una serie possa cambiare la percezione degli elettori, eppure, solo otto anni fa, l’elezione di Barack Obama è arrivata dopo il grande successo di 24 in cui un altro Presidente degli Stati Uniti nero era entrato per lungo tempo nelle case degli Americani.
Oggi, la capacità di una serie di influenzare se non le masse, ma certamente l’opinione pubblica è davvero significativa e, la cosa più interessante, che ancora come nella rappresentazione dell’Amleto di Shakespeare la Tv di Fiction può permettersi di essere la cattiva coscienza di un’intera nazione in cui specchiarsi e scoprire di assomigliare più di quanto si sia disposti ad ammettere pubblicamente nei programmi mainstream.
Argomenti: donald trump