“Panariello e Pieraccioni? Ancora una volta? Io non vorrei portarli… Ma come si fa a non portare Panariello e Pieraccioni?”. Non vuole sbottonarsi, ma con un sorriso se lo lascia scappare Carlo Conti: al prossimo Festival di Sanremo, il primo che lo vede da conduttore, potrebbero davvero esserci i suoi due amici di sempre, pezzi da 90 al cinema come in tv.
“E’ presto per parlare del festival, siamo solo alla prima fase”, risponde il conduttore a margine della presentazione della terza edizione di ”Tale e Quale Show”, che torna su Rai1 da venerdì in prima serata. “Entro settembre – dice – metteremo on line il nuovo regolamento. Poi arriveranno le canzoni, anche se qualcuno ci ha già fatto sentire qualcosa. L’ultima fase sarà quella della costruzione dello show”.
Novità principale, prosegue, “è che si porterà una sola canzone a testa, così, forse, da poter ospitare più cantanti. Stiamo lavorando tutti con grande tranquillità e largo anticipo. Ad esempio stiamo pensando già alla scenografia. La parte più difficile sarà la scelta dei brani. Vorrei rappresentare tutte le sfaccettature della canzone italiana”.
Niente ansie da palco dell’Ariston, però. “Lo conosco bene – dice – Vi ho condotto 12 o 14 trasmissioni. L’emozione sarà il fantastico carrozzone che gira intorno, ma a questa età e a questo punto della mia carriera non devo più dimostrare niente. Cercherò di preparare qualcosa di godibile e divertente”.
Oltre alla musica, anticipa, ci sarà grande spazio per i comici. “Sono fondamentali in ogni programma – spiega – A Sanremo mi piacerebbe mescolare canzoni e comicità”. In pole position tra gli ospiti, dunque, Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello, ma si fa insistente anche il nome di Laura Pausini, che lo scorso anno per un soffio non riuscì a festeggiare all’Ariston i 20 anni di carriera.
“Magari! – commenta ancora Conti – Intanto la porto a ‘Tale e ‘Quale’ come imitazione. Qualcuno – conclude – dice anche che mi rifaccio ai Sanremo di Baudo. In verità, la coppia Ravera-Baudo fu il vero spartiacque nella storia del Festival, perché aggiunse l’evento televisivo a quello musicale. Ogni festival successivo è figlio di quella fusione e proprio dosare bene quel mix è la parte più difficile”.