Futuro a rischio per lo storico caffè letterario Giubbe Rosse, nella centralissima piazza della Repubblica a Firenze. Il celebre locale, aperto alla fine del del XVIII secolo, divenne subito un simbolo della città e un punto di riferimento del mondo culturale italiano e non solo. La leggenda vuole che da quelle parti sia passato anche Lenin.
Nel corso della sua storia secolare Giubbe Rosse è stato frequentato da intellettuali e artisti: il futurista Filippo Tommaso Marinetti e poi Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Umberto Saba, Carlo Emilio Gadda, Elio Vittorini solo per citarne alcuni.
Oggi però la storia è molto diversa e, secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, il locale avrebbe accumulato debiti per 2,8 milioni di euro. Per questo ha presentato in tribunale un’istanza di pre-concordato, con l’obiettivo di arrivare ad un accordo per la ristrutturazione del debito. La domanda risale al 20 marzo: il giudice ha concesso 90 giorni per presentare un piano di rientro. Tra i creditori delle Giubbe Rosse vi sono fornitori, alcuni dipendenti e anche il Comune, che dovrebbe riscuotere circa 90 mila euro di canone di occupazione di suolo pubblico.
Della vicenda ha parlato anche il sindaco di Firenze. “Siamo da sempre in prima linea nella difesa degli esercizi storici – ha detto Dario Nardella – e come abbiamo già fatto, anche nel caso delle Giubbe cercheremo di attivarci come possibile”.
“Rattristata” la Cgil fiorentina che si dice però pronta a tutelare i lavoratori del locale in tutti i modi possibili. “La vicenda Giubbe Rosse – ha aggiunto il sindacato – racconta anche di un centro storico che rischia di perdere la sua identità, vittima anche di un turismo mordi e fuggi. Noi crediamo che invece si debba pensare a un modello di turismo di qualità, accogliente e sostenibile”.