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Audiovisivo, l'appello di Anica e 100autori all'Unione Europea

Gli operatori, gli autori e i brodcaster commerciali uniti per contrastare l’articolo 2 del Regolamento SatCab che verrà discusso dal Parlamento Ue

Audiovisivo, l'appello di Anica e 100autori all'Unione Europea
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3 Settembre 2017 - 18.01


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Per la prima volta unità di visione degli operatori italiani dell’Audiovisivo, dagli autori ai brodcaster commerciali. Un no fermo all’estensione del “principio del paese d’origine” ai servizi online. Un appello ai Parlamentari Europei perché cancellino l’art. 2 della Proposta di Regolamento SatCab. Questi in sintesi i temi affrontati a Venezia nel corso del  Seminario sulla Proposta di Regolamento Satcab. Un incontro di natura tecnica per gli operatori del mondo audiovisivo – promosso dall’Associazione 100autori e da Anica – per spiegare le molte ragioni di una posizione così netta contro l’articolo 2 della Proposta della Commissione europea, che sarà discussa e votata in Commissione Affari Giuridici del Parlamento Europeo a fine settembre. Un’occasione di approfondimento, nella quale esponenti diversi del mondo audiovisivo hanno offerto una lettura ragionata di quanto sta accadendo in UE su questo specifico dossier, all’interno del Digital Single Market. 

E’ stato affrontato il tema delle esclusive territoriali e della fondamentale importanza che esse rivestono per l’esistenza stessa delle opere realizzate tra operatori di più Paesi e, in particolare, sono stati messi in luce i rischi che l’adozione di questo Regolamento comporterebbe. Se questa proposta venisse adottata, infatti, un’emittente licenziataria dei diritti di utilizzazione televisiva di un’opera audiovisiva per il territorio di uno Stato membro potrebbe liberamente mettere a disposizione del pubblico tale opera on-line (in modalità simulcast e catch-up) in tutti i paesi dell’Ue. Come a dire: paghi 1 prendi 27.

Si avrebbe, quindi, una sostanziale compromissione delle esclusive territoriali in ambito comunitario, nonostante tali esclusive siano pienamente legittime, in base alla vigente normativa in materia di copyright e diritto d’autore. E nonostante questo modello sia alla base delle coproduzioni, che l’Ue stessa vuole incentivare, della distribuzione indipendente e del modello di business tipico dell’audiovisivo in tutto il mondo.

“Nessun produttore – ha dichiarato Francesco Rutelli, Presidente Anica – ha la possibilità di finanziare un progetto europeo attingendo alle sole risorse del proprio Paese. Il modello su cui si basano i preacquisti e le coproduzioni ha come fondamento l’esclusiva di sfruttamento su base territoriale, che sarebbe cancellata dal Regolamento in esame a Bruxelles. I servizi online sono centrali nella distribuzione, è insensato oggi considerarli “accessori”. Il Parlamento Europeo ha una grande responsabilità nell’esprimere una posizione equilibrata e a favore della creatività europea, come anche il Consiglio europeo, attraverso i rappresentanti di ciascun Paese”.

“Per gli autori italiani che si battono oggi affinché in Italia si avvii una seria riforma sulle quote dei diritti – ha affermato lo sceneggiatore Stefano Sardo, Presidente 100autori – questo Regolamento rappresenta un forte pericolo sia per il diritto d’autore che per tutto il mondo della produzione”.

A fine incontro, è stato condiviso un “position paper” a firma di tutto il comparto dell’Audiovisivo (100autori, Associazione dell’Autorialità Cinetelevisiva, ANAC, Associazione Nazionale Autori Cinematografici, ANEC, Associazione Nazionale Esercenti Cinema, ANEM, Associazione Nazionale Esercenti Multiplex, ANICA, Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e multimediali, APT, Associazione Produttori Televisivi, Cartoon Italia, Associazione Nazionale Produttori d’Animazione, EPC, European Producers Club, FAPAV, Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, MEDIASET , SKY, UNIVIDEO, Unione italiana editoria audiovisiva) indirizzata ai Parlamentari europei, cui è stato chiesto formalmente di cancellare dalla Proposta di Regolamento l’art. 2, che estende il principio del Paese d’origine ai servizi online dei broadcaster.

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