“Sul decreto copia privata ho l’impressione che si stia perdendo il senso della realtà. Una multinazionale con decine di miliardi di utili l’anno scarica sui prezzi al consumo una tassa di pochi euro, voluta da una legge, che esiste in tutta Europa da oltre dieci anni, pensata per difendere le industrie culturali dei singoli Paesi. E il tutto viene fatto passare come un abuso degli autori ai danni dei consumatori. E’ come raccontare al contrario la storia di Davide e Golia”.
E’ quanto ha dichiarato Marco Follini, presidente dell’Associazione Produttori Televisivi (Apt), dopo la scelta di Apple di scaricare interamente sui prezzi dei propri tablet e smartphone gli importi fissati dal decreto copia privata, firmato recentemente dal ministro Franceschini.
“La copia privata – ha specificato Follini – è il compenso che si applica, tramite una royalty su supporti fonografici o audiovisivi, in cambio della possibilità di effettuare registrazioni di opere protette dal diritto d’autore. Tale compenso viene ripartito a editori musicali, produttori cinematografici e televisivi, cantanti, musicisti, attori, sceneggiatori, autori. Questa legge sostiene un mondo fatto di lavoratori in carne e ossa e non di pochi interessi di èlite”.
SCRIVI A:spettacolo@globalist.it