Teatri e cinema riaprono da oggi 15 giugno, lunedì giorno tradizionalmente di riposo per la prosa e i concerti. Per la prosa due spettacoli hanno dato il “la” a un minuto dopo mezzanotte di questa nottata appena trascorsa. Allo Sperimentale di Pesaro Ascanio Celestini ha portato un suo spettacolo rodato e molto bello, “Radio Clandestina”, sull’occupazione nazista a Roma e sull’eccidio delle Fosse Ardeatine (335 persone massacrate). A Milano il Teatro Menotti ha proposto, sempre a un minuto dalla mezzanotte, un allestimento di “Far finta di essere sani” di Giorgio Gaber. Due appuntamenti che denotano comunque un fatto positivo: c’è una gran voglia di tornare a vedersi, di tornare agli spettacoli.
Per essere precisi: ripartono molte sale, molte al chiuso non riprendono perché se di piccole dimensioni, in linea generale con posti fino a un centinaio di spettatori, non possono rispettare le necessarie misure di sicurezza anti-contagio. E c’è un altro elemento di cui tener conto: bisogna vedere e valutare chi può sostenere economicamente dare rappresentazioni con numeri di spettatori che non possono garantire una copertura delle spese. Per le piccole sale indipendenti, di musica e prosa, per fare un esempio, e non gode di finanziamenti pubblici è davvero difficile poter ripartire.
Per gli spettacoli all’aperto è ammesso un massimo di mille spettatori, per quelli al chiuso, cinema compresi, il tetto è 200. I posti devono essere preassegnati e deve essere garantito il distanziamento sociale di un metro, tranne che per i componenti di uno stesso nucleo familiare o conviventi. Inizialmente era previsto l’obbligo della mascherina anche per gli spettatori, non è più così. Restano proibite le manifestazioni che possono causare assembramenti e dipende dalla situazione epidemiologica nel territorio.
Per le orchestre il direttore deve condurre a due metri di distanza dai musicisti, gli strumenti a fiato devono stare a un metro e mezzo di distanza, per gli altri musicisti basta la distanza di un metro.
Proprio l’appuntamento pesarese ha visto il primo presidio in strada dei lavoratori dello spettacolo. Davanti al Teatro Sperimentale un gruppo di lavoratori dello spettacoli marchigiani si è trovata per manifestare con il collettivo Atpm che sa per Artisti, tecnici, professionisti delle Marche formatosi una quindicina di giorni fa per il blocco causato dal Covid19. I manifestanti non contestavano la riapertura delle sale ma hanno voluto sensibilizzare il governo, e quindi in testa il Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo, su condizioni di lavoro molto complicate e, per numerosi tecnici, l’impossibilità di guadagnare a sufficienza.