Glauco Mauri: “L’odio nei Karamazov specchio della nostra società” | Giornale dello Spettacolo
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Glauco Mauri: “L’odio nei Karamazov specchio della nostra società”

L’attore con la sua compagnia in prima nazionale a Firenze, poi a Roma e in tournée, spiega perché il romanzo di Dostoevskij ci riguarda da vicino

Glauco Mauri: “L’odio nei Karamazov specchio della nostra società”
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31 Gennaio 2019 - 10.02


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Una famiglia come microcosmo universale, come emblema della nostra umanità spessa alla deriva. Con vette e abissi. È al Teatro della Pergola in prima nazionale una versione teatrale dei Fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij firmata da Glauco Mauri (che ne è protagonista) e Matteo Tarasco e portata in scena dalla Compagnia Glauco Mauri – Roberto Sturno (altro protagonista sulle tavole del palcoscenico) e dalla Fondazione Teatro della Toscana. Con la regia di Tarasco, dopo un’anteprima a Pontedera fino a domenica 3 febbraio è nella sala fiorentina, a Roma, al Teatro Eliseo, dal 5 al 17 febbraio, poi andrà in tournée in tutta Italia.

“Dostoevskij non giudica mai – dice Glauco Mauri alla Fondazione Teatro – racconta la vita anche nei suoi aspetti più negativi con sempre una grande pietà per quell’essere meraviglioso, e a volte orrendo, che è l’essere umano. La famiglia Karamazov devastata da litigi, violenze, incomprensioni, da un odio che può giungere al delitto, oggi come oggi appare, purtroppo, un esempio di questa nostra società così incline all’incapacità di comprendersi e di aiutarsi. Anche il sentimento dell’amore spesso viene distorto in un desiderio insensato di violenza. Così sono i Karamazov: così siamo noi?”

“I Fratelli Karamazov è un duello tra figure completamente sopraffatte dai nervi e avvinghiate in un ineludibile legame economico, rappresentato in scena con (in ordine di entrata) Paolo Lorimer, Pavel Zelinskiy, Laurence Mazzoni, Luca Terracciano, Giulia Galiani, Alice Giroldini”, informa il teatro.
Ultimo romanzo di Dostoevskij, tesse la storia della famiglia Karamazov fino all’assassinio di Fëdor, il capofamiglia, e il processo a Dmitrij, il primogenito accusato del parricidio. Fra complotti, intrighi e amori, il romanzo uscì a puntate sul “Messaggero Russo” da gennaio 1879 alla fine del 1880 (pochi mesi prima della morte dello scrittore) scatenando una febbrile passione tra i lettori.

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