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Torna il grande teatro alla Versiliana, con il Berretto a sonagli di Pirandello

La regia è affidata a Sebastiano Lo Monaco

Torna il grande teatro alla Versiliana, con il Berretto a sonagli di Pirandello
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12 Luglio 2016 - 14.33


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La regia dell’evento, realizzato in collaborazione con Sicilia teatro e teatro Luigi Pirandello, è affidata a Sebastiano Lo Monaco che così ci presenta questa opera:

“Una commedia nata e non scritta, così Pirandello definiva il suo “Berretto a sonagli”. Su questo pensiero ho costruito la mia regia: viva e non scritta. Tutti gli attori in questo spettacolo hanno cercato di essere personaggi vivi e veri, più di noi che respiriamo, alternando pianto e riso durante tutto lo svolgimento del dramma.

Mi preme però dire la ragione per la quale mi sono appassionato a questo progetto. Il personaggio di Ciampa, apparentemente grottesco, è in realtà straziante, ma soprattutto è il più moderno degli eroi pirandelliani.
Il “Berretto” è la storia di un uomo giovane, poco più di quarant’anni, che tradito dalla moglie accetta la condanna e la pena di spartire l’amore della propria donna con un altro uomo, pur di non perderla.
Un tema drammatico e attuale che si voglia o no!
Per tradizione questo personaggio è stato affrontato da attori alla fine della propria carriera, ad ogni modo avanti con gli anni.
Questo travisava la forza drammatica di Ciampa, così eroico e pieno di umanità, una umanità silenziosa e astuta che gli da la forza di difendere la sua infelicità coniugale, contro la società ridicola di quel tempo.
Un personaggio insomma apparentemente piccolo ma infinitamente grande.

Prevendita:

Circuito TicketOne:

www.ticketone.it

Teatro La Versiliana:

0584 265757

www.versilianafestival.it

Note di Fausto Bertinotti sull’opera
Ci sono classici che, quando vengono riproposti, prendono una nuova vita. Come fossero una lampada di Aladino da cui chissà cosa può uscire.
Il sortilegio è dato dal loro incontro-scontro con la realtà del nuovo tempo.
Il Berretti a Sonagli compie 100 anni, a contare la versione in siciliano, non a caso, di Angelo Musco. Un secolo. Il ‘900 è stato definito “il Secolo breve”, ma è stato un tempo in cui è successo quasi tutto, la guerra, la rivoluzione, la controrivoluzione, l’abisso di Auschwitz e l’utopia concreta di un altro mondo, quello in cui gli ultimi diventano i primi. Poi, come ha scritto Carlo Levi “Sono passati molti anni, pieni di guerra, e di quello che si usa chiamare la Storia”. Intanto, è cambiato il mondo e, da noi, sono cambiate la gente e la vita.

Quella Sicilia non c’è più; prima è stata cancellata dalla modernità dello sviluppo industriale, poi dall’avvento della società dei consumi, adesso dal post-moderno, da una società che qualcuno chiama fluida.
Eppure, sotto la pelle, continua a dibattersi una umanità sofferente e ancora più irrisolti appaiono i problemi delle relazioni tra le persone.
Gli amori, e gli odii, e le passioni continuano la loro danza che è la danza dei sentimenti, delle emozioni, degli sguardi sospesi. E lì trovi ancora Pirandello con il suo vedere acuto e doppio. Del resto, il Teatro si presenta come il doppio della vita.

La Sicilia dei Berretti a Sonagli si è inabissata con il suo carico antico, quello che comprendeva persino il delitto d’onore. L’isola è stata occupata da ben altri crimini. I protagonisti della commedia sono tutti usciti dalla scena della vita reale: Ciampa, Beatrice, la Fana, Fifì e anche il delegato Spano, sebbene lo sguardo disilluso di Pirandello sullo Stato continui a fondarsi su solide ragioni. In realtà, si potrebbe dire che resta in vita chi neanche fisicamente di vede nella commedia di cui pure è un protagonista, il Cavaliere. Il potere del cavaliere che, che pesa su tutti i personaggi della commedia, si è certo trasfigurato, ma continua a dettare un gioco, condiziona ancora. Anche il Nuovo Cavaliere impedisce, fa negare l’esistente, spinge a corrompere la ricerca della verità, si insinua, pervade e si afferma.

Resta la frase di Ciampa. Ciampa dice a Beatrice che ci sono tre corde d’orologio a cui poter attingere: quella seria, quella civile e la pazzia.
Che cosa impedisce alla corda civile di essere innocente, cioè di restare un atto di cortesia senza diventare la falsità, l’ipocrisia corruttrice? Lo impedisce l’invisibile presenza sulla scena del Cavaliere , il potente di turno. Pirandello si preclude la possibile esistenza di una quarta corda, quella di chi “pensa quel che dice”, rovesciando il troppo facile “dire quel che si pensa”.
Ma l’eventuale quarta corda la potrebbe usare solo chi vuole cambiare il mondo e gli uomini. Mancando quest’ultimo alla commedia non resta che la pazzia a poter proclamare verità. Incuriosisce davvero, allora, l’impegno a mettere in opera, a far vivere oggi il Berretto a Sonagli, oggi che tutto cambia, affinché nulla cambi.

Sebastiano Lo Monaco incarna l’attore e una non dimenticata sicilianità. Su Pirandello ha lavorato, cercato e pensato. Chi, allora, se non lui, ci può provare? Per chi ama il teatro si prepara un’occasione da non perdere.

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