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Ouled Ahmed: il poeta, la patria e la parola

Si è spento a Tunisi, martedì 5 aprile 2016, il poeta Sghaier Ouled Ahmed, figura di spicco nel panorama culturale del paese. [Kaouther Rabhi]

Ouled Ahmed: il poeta, la patria e la parola
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7 Aprile 2016 - 10.45


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di Kaouther Rabhi

Si è spento a Tunisi, martedì 5 aprile 2016, il poeta Sghaier Ouled Ahmed, figura di spicco nel panorama culturale del paese. È dopo una lunga malattia, infatti, che martedì pomeriggio, nella sua camera all’Ospedale Militare di Tunisi, il Poeta ha lasciato la vita all’età di 61 anni, dopo aver cantato per più di trent’anni il suo amore immenso e incondizionato per il paese e il popolo, dopo aver dovuto interrompere per sempre una battaglia che conduceva contro tutto genere di oscurantismo, una battaglia per la Patria, in cui aveva come unica arma la Parola.

Sghaier Ouled Ahmed è nato a Sidi Bouzid, nel 1955, dove ha studiato, imparato il Corano e padroneggiato la lingua, prima di trasferire a Gafsa poi a Tunisi, dove ha ottenuto un diploma per animatori culturali nel 1987. Tornò poi in terra natia per ottonere il diploma di stato (il baccalauréat) e partire per la Francia per un corso di psicologia all’università di Reims. All’età di venticinque anni, ha iniziato a scrivere poesia, «Se è un po’ in ritardo, è colpa dello Jinn della poesia», diceva scherzando.

La prima raccolta Nashid Al-ayam as-sitta (Cantico dei sei giorni) fu pubblicata nel 1984, ma fu subito censurata dalle autorità a causa di «un tono moto violento ed offensivo per il regime di Bourguiba». La censura continuò per lunghi anni sia sotto bourguiba che durante il regime di Ben Ali, che costrinse il poeta ad emigrare in Francia. il ritorno in Patria si registrò negli anni novanta con la fondazione della Casa Tunisia della Poesia (Bayt Al-chiir) e fu anche negli anni novanta che Ouled Ahmed rifiutò di ricevere la legione di onore da parte di Ben Ali.

Un gesto assai significativo quello, che rese noto l’appartenza del poeta al popolo e lo proclamò portavoce delle sue rivendicazioni, insoddisfazioni ed aspettative. La poesia di Ouled Ahmed, la sua prosa, la sua penna e tutte le sue parole sono l’arma con la quale difenderà il suo paese, il mezzo tramite il quale griderà alla faccia di tutti i dittatori, oppressori e oscurantisti.

L’impegno di Ouled Ahmed continuò dopo la caduta del regime di Ben Ali e lo scoppio della Rivoluzione, una rivoluzione che il poeta ha accompagnato con i suoi versi e scritti. Una sua poesia ebbe giustamente il titolo di «la guida poetica della Rivoluzione tunisina»

Ferma è stata anche la sua opposizione agli islamitsti, ai fanatici e ai predicatori dell’oscurantismo, ai quali Ouled Ahmed puntò il dito accusandoli di tutte le ondate di violenza e di odio in cui è caduta la Tunisia negli anni 2012 e 2013 tra assassini politici e terrorismo. Ogni scritto era allora, un’accusa sia espicilita che implicita, agli islamisti al potere e ai loro sostenitori e un invito ai tunisini ad esser vigilanti. La sua poesia «Preghiere» (Ad’yia), una preghiera laica in cui vengono messi a nudo tutte le truffe dei presunti religiosi, è un flagrante esempio di engagement politico del poeta e di chiara opposizione a tutti coloro che fanno della religione un pretesto per regnare.

Prima di andarsene, tutto consapevole dell’imminenza della partenza e dell’immortalità della parola, e del su amore per la Tunisia, Ouled Ahmed non si è dimenticato di fare una dichiarazione di amore a tutti coloro che lo hanno amato e sostenuto nella sua malattia sottolineando che «il suo amore per i tunisini si rafforzzerà se quest’ultimi riusciranno a proteggere la Tunisia da tutti i pericoli» ribadendo che «la Tunisia si trova nel bacino mediterraneo e non nella penisola araba, o in altri posti oscuri come la vorrebbero alcuni».

Un gran Poeta che «ama il suo paese come nessun’altro lo fa», Sghaier Ouled Ahmed, che con la Parola ha saputo difendere fino all’ultimo respiro, la sua Patria e il suo Popolo, un nome che rimarrà vivo nella storia della Tunisia contemporanea…

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