Tre decenni di attività per il teatro romano della Cometa. Un compleanno importante che si festeggerà durante la stagione 2015/2016, annunciata ieri, 28 maggio 2015, in conferenza stampa: “Ho sempre cercato un equilibrio – ha dichiarato il Direttore artistico Giorgio Barattolo – con proposte di qualità, affidando la scena a nuove leve e a nomi noti che proprio in questo Teatro hanno avuto la consacrazione al grande pubblico”. Ed è un equilibrio di raffinatezza e umorismo quello delle 13 produzioni in scena a partire dal 1° ottobre, a cominciare dalla coppia Villaggio-Strabioli che non anticipano nulla ma chiedono con curiosa e simpatica sincerità: “venite a vederci, lo facciamo per soldi, ormai siamo poveri e abbiate pietà”. Tematica inedita invece quella dell’esistenza nel carcere minorile vissuta, tra difficoltà e sorrisi, dagli adolescenti di “Cattivi ragazzi” di Francesco Montanari, mentre si riflette con comicità e commozione sulla distanza generazionale nel testo di Jeff Baron “Mister Green”, regia di Massimo De Francovich e Maximilian Nisi.
Due appuntamenti per Michele La Ginestra che prima dirige il trio Fazi-Cifola-Ricciardi di “Parzialmente stremate” affette da femminile sindrome di Peter Pan nel logorio della vita moderna, poi, con “Mi hanno rimasto solo”, intesse con il Teatro un dialogo personale e onirico. Ci sono poi commistioni di musica e immagini per “Buonasera buonasera”, con Pino Insegno e il quartetto vocale Baraonna, in viaggio nel mondo catodico degli anni ’70 e ’80, e per l’originale incontro con “Frida Kahlo – Il ritratto di una donna” di Alessandro Prete. Ci sono commistioni di generi a “luci rosa” per Gennaro Cannavacciulo che annuncia un “Peccato erotico” tra commedia e spiritosa sensualità. Ci sono commistioni di temporalità per i 17 giovanissimi interpreti che Gianni Clementi e Claudio Boccaccini guidano nella memoria malinconica e amara del fermento “sessantottino”; e commistioni di tecnologie, che obbligano Francesco Pannofino in “Blue Tooth” a fare i conti con una realtà sempre più (dis)connsessa. E ci sono commistioni di presenza e assenza per i due aspiranti suicidi di “Karma letale” che Marco Zadra arresta nell’istante, affascinante e surreale, che separa l’uomo dal non appartenere più alla vita e il non essere ancora legato alla morte.