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In Italia 200 mila bambini sotto i cinque anni affrontano la povertà alimentare

La XV edizione dell’Atlante dell’Infanzia di Save the Children evidenzia l’urgenza di investire nella prima infanzia per contrastare queste disuguaglianze.

In Italia 200 mila bambini sotto i cinque anni affrontano la povertà alimentare
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14 Novembre 2024 - 12.25 Culture


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L’Italia continua a fare i conti con un calo demografico e un incremento della povertà infantile. Nel 2023, il numero delle nascite ha raggiunto un nuovo minimo storico, con meno di 380.000 neonati. Allo stesso tempo, i più piccoli affrontano difficoltà crescenti: il 13,4% dei bambini tra 0 e 3 anni vive in povertà assoluta e circa 200.000 tra 0 e 5 anni, pari all’8,5% del totale, soffrono di povertà alimentare vivendo in famiglie che non possono garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni. Più della metà di questi minori risiede nel Sud Italia e nelle isole, dove l’incidenza della povertà alimentare sale al 12,9%. Inoltre, quasi un bambino su dieci della stessa fascia d’età (9,7%) ha vissuto in condizioni di povertà energetica, ovvero in abitazioni non adeguatamente riscaldate durante l’inverno.

Dal punto di vista educativo, solo il 30% dei bambini tra 0 e 2 anni ha accesso agli asili nido, un servizio essenziale per contrastare le disuguaglianze, ma che presenta forti differenze territoriali. Si prevede che nel 2026, con l’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), l’offerta educativa per la prima infanzia raggiungerà il 41,3% a livello nazionale, avvicinandosi all’obiettivo del 45% fissato dall’Unione Europea per il 2030. Tuttavia, due regioni del Sud, Campania e Sicilia, attualmente con i tassi di copertura più bassi d’Italia (rispettivamente 13,2% e 13,9%), potrebbero non arrivare nemmeno al 33%: le stime indicano una copertura di appena il 29,6% per la Campania e il 25,6% per la Sicilia. Queste regioni, nonostante siano tra le prime in Italia per numero di bambini nella fascia 0-2 anni e abbiano elevati tassi di povertà minorile e dispersione scolastica, rischiano quindi di rimanere indietro.

In aggiunta, le famiglie con minori in povertà assoluta sono oggi circa 748.000, rappresentando il 12,4% del totale, e queste affrontano anche notevoli rincari su beni di prima necessità. Tra il 2019 e il 2023, infatti, il costo di alimenti per l’infanzia, come latte e pappe, è aumentato del 19,1%, superando l’inflazione (16,2%). Anche le tariffe per gli asili nido privati sono salite dell’11,3%, mentre l’incremento per i posti finanziati dai comuni si è mantenuto all’1,5%.

Save the Children ha presentato la XV edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio, intitolato “Un due trestella. I primi anni di vita”, che documenta la condizione della prima infanzia in Italia e la disuguaglianza sociale e territoriale che ne caratterizza le opportunità. “Abbiamo voluto dedicare questo Atlante ai bambini più piccoli, consapevoli dell’importanza dei primi mille giorni di vita per la loro crescita e sviluppo”, ha affermato Claudio Tesauro, presidente di Save the Children. “Il sostegno alla prima infanzia deve essere una priorità per la politica in ogni ambito, dalla salute ai servizi educativi, dalla lotta alla povertà alla tutela dell’ambiente. Noi di Save the Children siamo attivi sul territorio al fianco dei genitori, collaborando con i servizi e le associazioni, e ogni giorno vediamo quanto sia fondamentale una rete di supporto per accompagnare ogni bambino nei suoi primi passi. È indispensabile rafforzare questa rete, soprattutto nelle aree più svantaggiate, con una visione di lungo termine: investire nella prima infanzia è l’investimento cruciale per il presente e il futuro del nostro Paese”.

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