Un recente studio pubblicato su Nature Communications ha gettato nuova luce su uno dei periodi più affascinanti e misteriosi della preistoria europea: la convivenza tra Neandertaliani e Homo sapiens. La ricerca, condotta da un team internazionale e guidata dall’Università di Siena e dall’Università di Vienna, ha dimostrato che, contrariamente a quanto ipotizzato in passato, non vi furono contatti diretti tra queste due specie in alcune aree del Sud Italia.
Grazie all’utilizzo di tecniche avanzate di datazione, come il radiocarbonio e la luminescenza otticamente stimolata, gli scienziati sono riusciti a ricostruire in modo preciso la cronologia delle sequenze stratigrafiche di siti archeologici chiave in Campania e Puglia. I risultati hanno rivelato un vuoto temporale tra l’abbandono di questi luoghi da parte dei Neandertaliani e l’arrivo dei primi Homo sapiens, circa 43.000 anni fa. Questo “iato” sembra indicare che le due popolazioni non si siano mai incontrate in queste aree, almeno non in modo duraturo o significativo.
La scoperta si inserisce in un contesto di dibattito scientifico aperto: sappiamo che Neandertaliani e Sapiens si sono incrociati geneticamente in alcune aree d’Europa, ma lo studio suggerisce che in Italia meridionale tale incontro potrebbe non essere avvenuto. Questo solleva domande su come e dove questi incontri avessero luogo, e se l’ibridazione fosse un fenomeno diffuso o limitato a specifiche regioni.