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“Oltre il mare": un viaggio nella memoria migratoria dei sardi in Italia

Il docufilm di Irio Pusceddu racconta vicende umane e socioeconomiche. Un progetto con l’obiettivo di preservare una storia di sfide e radicamento nelle nuove comunità.

“Oltre il mare": un viaggio nella memoria migratoria dei sardi in Italia
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5 Ottobre 2024 - 11.56 Culture


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di Massimo Granchi

Si chiama “Oltre il mare” il docufilm diretto da Irio Pusceddu, ideato insieme a Elio Turis, Daniele Gabbrielli e Dina Meloni. Il cortometraggio è stato presentato in anteprima il 29 settembre scorso durante l’evento “Suvignano Tenuta Aperta” alla presenza di Ignazio Boi membro dello staff dell’Assessore del Lavoro di Regione Sardegna, Desiré Manca, referente per l’emigrazione, del Direttore Ente Terre Regionali Toscane Giovanni Sordi, del Sindaco di Monteroni d’Arbia Gabriele Berni, dei Circoli sardi e dei rappresentanti delle Aziende agricole protagoniste delle videointerviste realizzate.

Il progetto ha vinto il bando della Regione Autonoma della Sardegna afferente al PAE 2023 (Piano Annuale Emigrazione) a seguito dell’avviso pubblico di cui alla legge regionale n. 7 del 15 gennaio 1991 “Programma annuale emigrazione 2023” (progetti regionali del PAE 2023 – art. 5.4, avviso 2023) e ha ottenuto un contributo di € 25.000,00. Il soggetto capofila è il Circolo Peppino Mereu di Siena in collaborazione con il Circolo ACSIT Firenze, il Circolo Shardana di Perugia, il Circolo Quattro Mori di Livorno, il Circolo Grazia Deledda di Ciampino, il Circolo ACRASE aria Lai di Roma, il Circolo Gennargentu di Nichelino, il Circoli Antonio Segni di La Plata Argentina, il Circolo Amistade di Shanghai, i Circoli Isola di Giappone Tokio e la F.A.S.I.

Il progetto ha trovato solida base scientifica nelle ricerche che il professor Piergiorgio Solinas ha compiuto negli anni ’80 del secolo scorso per studiare il fenomeno migratorio e stanziale dei pastori sardi in Provincia di Siena. Sono state raccolte nuove testimonianze sul processo di inclusione dei giovani di origine sarda cresciuti e formatisi insieme ai coetanei locali nel Centro Italia, dando vita a nuove famiglie, frutto del lungo processo di integrazione. La nuova fase di ricerca ha permesso di dare voce e valorizzare le loro storie, non solo puntando l’attenzione sulle attività agropastorali, ma anche sui tanti altri aspetti socioeconomici collegati al fenomeno migratorio nei territori oggetto d’esame. La raccolta delle informazioni è stata compiuta attraverso videointerviste articolate su specifiche aree tematiche. Le riprese sono confluite in un filmato di circa quarantacinque minuti in cui i protagonisti, supportati da esperti scientifici di settore, raccontano i momenti salienti della propria vita con le rispettive specificità senza tralasciare momenti di sofferenza e sacrificio. Il lavoro è stato condotto da Irio Pusceddu coadiuvato da Andrea Ledda. «Sin dalle prime riprese, ci siamo resi conto che si trattava di storie di grande potenza emotiva e di persone dotate di una propensione alla sfida che ci ha conquistato», ha dichiarato il regista. «Questa attitudine è stata tramandata nel cambio generazionale». La traccia sulla quale sono state impostate le interviste è stata predisposta dal Comitato scientifico A.G.I.S.C.I. composto da Alessandra Addis, Sandra Becucci, Graziano Cheri, Pietro Clemente, Daniele Gabbrielli, Massimo Granchi, Dina Meloni, Irio Pusceddu, Tommaso Sbriccoli, Giorgio Solinas,  Elio Turis. L’opera ha permesso di creare i presupposti per la realizzazione di un sogno: raccogliere e conservare documentazione per condividere testimonianze da inserire in uno spazio della narrazione migratoria all’interno dell’Azienda agricola di Suvignano, bene definitivamente sequestrato alla mafia nel 2007.

Contemporaneamente alle interviste rivolte ai giovani, ne sono state realizzate altre dedicate alla prima generazione, partendo dalle informazioni anagrafiche e socioeconomiche disponibili al momento dell’insediamento. Oggetto di trattazione sono state le motivazioni della partenza dalla Sardegna, le località di arrivo e accoglienza, la composizione familiare di allora e la successiva costituzione di nuove famiglie; le caratteristiche dell’attività lavorativa svolta e le trasformazioni avvenute nel tempo; i legami mantenuti con la Sardegna e la rete di relazione con il territorio, in particolare, con altre famiglie emigrate, i legami di amicizia e i rapporti con i pubblici poteri/istituzioni; i problemi/difficoltà di integrazione, l’identità sarda e il grado di soddisfazione per il percorso compiuto. 

Il risultato di questo intenso lavoro è, appunto, il docufilm “Oltre il mare” che intende preservare la memoria prodotta come risultato di un imponente processo migratorio. «Sicuramente approfondiremo alcune delle storie per raccontare le diverse evoluzioni compiute dagli attori nati nel nuovo millennio», ha promesso Pusceddu. L’avvento dei sardi nel Centro Italia ha modificato per sempre la morfologia dei territori in cui si è compiuto, ma anche la relativa cultura. Le generazioni integratesi hanno uno sguardo rivolto al futuro. Lo testimonia il fatto che hanno profonda consapevolezza del proprio vissuto, del nuovo ruolo che svolgono all’interno delle comunità in cui sono confluiti e di cui ormai sono parte integrante in Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise e Marche; stesse regioni in cui sono nati i Circoli dei sardi sostenitori del progetto. E proprio i Circoli avranno il compito e la responsabilità della disseminazione dei risultati raggiunti, prima fra tutti la presentazione di “Oltre il mare”, in eventi appositi che saranno proposti in ogni angolo del mondo. 

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