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Scoperte le terme di Halesa, uno tra i complessi termali più vasti della Sicilia antica

Sono tornati alla luce resti di un vasto impianto termale e nuove fortificazioni. La città, oggi conosciuta con il nome di Tula, prosperò grazie ai privilegi concessi dai Romani per la sua sottomissione nella Prima guerra punica.

Scoperte le terme di Halesa, uno tra i complessi termali più vasti della Sicilia antica
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3 Ottobre 2024 - 18.13 Culture


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Grande ritrovamento a Tusa, dove gli scavi archeologici hanno portato alla luce due vani con pavimento a mosaico, un cortile con ali porticate, un vasto complesso monumentale, fino ad ora ignoto, composto da un reticolo di strade, e un nuovo tratto di fortificazioni, utili per la ricostruzione di un nuovo assetto urbanistico della città ellenistica e romana.

Fondata nel 403 a.C. su una collina che sovrasta la costa tirrenica e la valle del fiume Tusa, Halaesa Arconidea (oggi Tusa, in provincia di Messina) fu una città di grande rilievo in Sicilia. Intorno al 269 a.C., durante il cruciale conflitto tra Gerone II e i Mamertini, la città, seguita da Abaceno e Tindari, si consegnò volontariamente a Gerone II. La Prima guerra punica cambiò poi il suo destino, quando Halaesa fu tra le prime città dell’isola a sottomettersi ai Romani, ricevendone in cambio privilegi notevoli.

Grazie alla favorevole decisione di allearsi con Roma, Halaesa fu inclusa tra le cinque “civitates liberae et immunes” della Sicilia, secondo l’assetto giuridico e tributario stabilito dopo la conquista di Siracusa. Questo status esentava la città dal pagamento della decima agricola destinata a Roma e le permetteva di eleggere il proprio Senato, nominare magistrati locali e utilizzare leggi proprie. Durante l’epoca repubblicana, Halaesa conobbe un notevole sviluppo economico, diventando un importante punto di riferimento per i mercanti italici, e fu una delle quattro città siciliane a ottenere lo status di municipium prima della morte di Augusto, come indicato da un’iscrizione dedicata all’imperatore. La città mantenne la sua prosperità anche in età imperiale.

Non sorprende, quindi, che una città di tale importanza ospitasse anche un grande impianto termale. I resti di questo complesso, che copre circa 800 metri quadrati, uno dei più grandi dell’isola, sono stati rinvenuti durante la quinta campagna di scavi condotta dall’Università di Palermo, in collaborazione con il Parco archeologico di Tindari e il Comune di Tusa.

“Considerata l’importanza dei ritrovamenti archeologici”, ha dichiarato Domenico Targia, direttore a interim del Parco, “il sito sarà subito oggetto di interventi di restauro conservativo e messa in sicurezza, per garantirne la tutela e la fruizione”. Anche l’assessore ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato, ha sottolineato l’importanza della scoperta: “L’impianto termale rinvenuto rappresenta un unicum in Sicilia, sia per le sue dimensioni che per il ricco apparato decorativo”.

La scoperta di queste terme, insieme ai nuovi tratti di mura e al complesso monumentale, rappresenta un passo fondamentale per la comprensione del nuovo assetto urbanistico di Halaesa durante le epoche ellenistica e romana, confermando il ruolo centrale di questa città nella storia dell’isola.

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