di Ludovico Conti
Assente, senz’anima e nessuna capacità di creare gioco. Un’Italia mai in grado di superare la propria metà campo, con troppi passaggi sbagliati e nessuna idea di gioco. L’Italia esce sconfitta da questi europei con un secco 2-0 contro la Svizzera, in una partita che ha visto gli elvetici dettare il tempo ed il gioco all’Italia per tutta la partita.
Già dai primi minuti la Svizzera ha imposto il suo ritmo, con Vargas che ha messo pressione sulle fasce, schiacciando la difesa italiana e impedendo agli Azzurri di costruire gioco. El Shaarawy, al suo esordio nell’europeo, avrebbe dovuto dare lancio e slancio ma l’unica occasione che ha avuto l’ha malamente lisciata in aria di rigore, dimostrando poca lucidità. Il centrocampo ha subito la Svizzera, con Xhaka che ha fatto tutto quello che voleva fare mentre l’Italia ha continuato a subire il pressing avversario senza mai riuscire a ripartire.
I troppi errori tecnici e la mancanza di qualità nei passaggi hanno compromesso la capacità dell’Italia di costruire azioni pericolose. Di Lorenzo è sembrato sempre in ritardo e disattento. Anche oggi, come nelle passate partite di questi europei, Donnarumma è sembrato l’unico salvabile di questa triste e spenta Italia: i suoi miracoli come quello al 20’ su Embolo ha evitato un passivo peggiore, ma l’Italia ha continuato a soffrire e a restare schiacciata nella propria metà campo.
Un guizzo di Chiesa, che aveva cambiato fascia, ha dato una flebile spinta emozionale e morale, ma è durato solo pochi secondi. Troppi palloni persi e passaggi imprecisi hanno continuato a regalare opportunità alla Svizzera, che ha saputo sfruttarle con il cinismo che competizioni del genere meritano.
La goccia scava la roccia, e così è stato: una difesa sempre messa sottopressione non ha potuto far altro che cedere. Al 37’ è arrivato il gol del vantaggio svizzero con Freuler, che ha trovato la rete dopo un inserimento indisturbato. Gigio ha provato l’ennesimo miracolo ma purtroppo non ha potuto nulla.
Il secondo tempo si è aperto con il raddoppio di Vargas che ha approfittato della confusione difensiva italiana per segnare. Gli Azzurri, già provati, non sono riusciti a trovare il bandolo della matassa, continuando a commettere errori ed a perdere palloni su palloni. Spalletti ha provato a cambiare le cose in corso d’opera ma questa volta, rispetto alla partita con la Croazia, non ha portato il miracolo.
Il fatto che l’unica occasione per l’Italia fino al 70° sia stata un palo colpito su un retropassaggio sbagliato di un difensore svizzero, è abbastanza emblematico della prestazione triste ed arida di idee degli Azzurri.
Sommer, il portiere svizzero, è stato praticamente spettatore non pagante.
Nemmeno Scamacca che si ritrova con la palla sotto porta riesce a fare tap in sprecandola malamente, mostrando una mancanza di cattiveria.
Zaccagni è sembrato l’unico veramente motivato, ma i suoi sforzi individuali non sono bastati a risollevare una squadra senza anima e cuore. La Svizzera, al contrario, ha creduto in ogni pallone e ha meritatamente portato a casa la vittoria. È stata questa la grande differenza, tra una squadra che è scesa in campo credendoci ed una che non è mai uscita dallo spogliatoio. Non è bastata l’emozione di giocare di nuovo nello stadio dove abbiamo vinto i mondiali nel 2006 a far risvegliare qualcosa in quest’Italia che dalla prima partita di questi europei è sempre risultata spenta e senza alcun feeling in campo.