di Pancrazio Cardelli Anfuso
Severissima lezione per gli azzurri, nel confronto con la Spagna. La serata di Gelsenkirchen boccia l’Italia senza appello, sovrastata in tutto da una Spagna giovane e spumeggiante, con un Nico Williams imprendibile, che ha messo in croce Di Lorenzo, in collaborazione col capelluto Cucurella.
Sempre arrembanti, sempre profondi, sempre a dominare l’uno contro uno. Diversi interventi prodigiosi di Donnarumma hanno mantenuto il risultato sullo 0-0, fino all’autorete sfortunata di Calafiori, che ha fissato l’1-0 finale. Un risultato bugiardo rispetto all’andamento della partita, che la Spagna avrebbe meritato di chiudere con un punteggio più largo. L’Italia ha subito sempre, fisicamente e psicologicamente: Spalletti ha poi attribuito la débacle a una netta differenza di condizione fisica.
La squadra ha giocato in affanno costante, riuscendo a respirare soltanto nel finale, quando la Spagna ha leggermente rallentato il ritmo, gestendo il risultato, senza mai rinunciare al gioco. L’Italia non è mai riuscita a trovare una conclusione verso la porta difesa dall’attento Unai Simon, che ha controllato agevolmente gli sporadici lanci che gli azzurri hanno abbozzato. Tutti rivedibili gli italiani, a parte Donnarumma: nessuno è riuscito davvero a opporsi al dominio degli avversari, ma il disastro più grande è stato nella fase di costruzione: un palleggio lento, sterile, proteso all’indietro o in orizzontale, senza mai trovare pericolosità.
Qualcosa si è mosso dopo la girandola dei cambi, ma la sensazione è che l’Italia abbia alzato la testa soltanto quando la Spagna ha tolto il piede dall’acceleratore. Bocciati tutti, perciò, ma il passaggio del turno è alla portata dell’Italia. Basterà un punto nel confronto con la Croazia, che diventa l’occasione per il riscatto dopo una brutta figura. Il valore della squadra non lascia presagire un cammino trionfale, ma c’è ancora la possibilità di lasciare un segno positivo su questo Europeo. La Spagna, invece, dopo questa grande prestazione, che segue la netta affermazione sulla Croazia, pone la propria candidatura al successo finale: Germania, Francia e Inghilterra dovranno fare i conti con i ragazzini terribili di De La Fuente.