Perché non ci indigniamo più nonostante le continue malefatte della nostra classe dirigente?
È questo l’interrogativo al centro del seminario che si terrà il 3 aprile presso l’aula A/B del complesso didattico del San Niccolò, alle 12:00, per presentare l’ultimo libro del professor Paolo Mancini “Perché non ci indigniamo?”, edito dalla Rubbettino Editore.
Più nello specifico, la domanda alla quale Mancini cerca di rispondere è “Perché gli italiani non riescono ad indignarsi per gli evidenti errori della classe dirigente, e a trasformare l’indignazione in mobilitazione collettiva?”.
La tesi del docente, professore di Sociologia delle comunicazioni all’Università degli Studi di Perugia, è che l’opinione pubblica sia rimasta schiacciata proprio dal peso di un’indignazione che, invece di unire, divide e allontana sempre di più l’opinione pubblica, che Mancini definisce, come “giudice schizofrenico e incoerente”.
L’incontro si pone l’obiettivo di indagare l’impatto dei media sui processi di polarizzazione del dibattito pubblico e la conseguente rassegnazione da parte dei cittadini per le “malefatte” di politici e amministratori pubblici. Il loro esito, sostiene l’autore, è quello di condurre i cittadini in una sorta di spirale in cui convivono assuefazione e al contempo indifferenza o, peggio ancora, connivenza.
L’evento è organizzato e moderato dalla professoressa Rossella Rega, docente di Giornalismo e nuovi media e Media industry and strategic communication all’Università degli Studi di Siena.
I relatori presenti saranno: Paolo Bellucci (docente di Metodologia della ricerca politica presso l’Università degli Studi di Siena), Rita Marchetti (docente di Sistemi mediali e politici nell’era digitale e Sociologia dei media digitali presso l’Università degli Studi di Perugia), Maurizio Boldrini (docente di Storia del giornalismo presso l’Università degli Studi di Siena) e Pierangelo Isernia (docente di Scienza dell’opinione pubblica e International relactions presso l’Università degli Studi di Siena).