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Il Digital Markets Act (Dma): una nuova era per la concorrenza nei mercati digitali

Entrano in vigore, in Europa, le disposizioni per contrastare gli abusi di potere delle grandi aziende tecnologiche.

Il Digital Markets Act (Dma): una nuova era per la concorrenza nei mercati digitali
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9 Marzo 2024 - 13.12 Culture


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di Francesca Anichini

Il 7 marzo potrebbe segnare un punto di svolta nell’ambito della regolamentazione dei mercati digitali in Europa con la piena entrata in vigore del Digital Markets Act (Dma). In questo modo l’Unione Europea inaugura una nuova era nel regolamento del mercato digitale. Un intervento atteso da tempo che mira a porre fine agli abusi di potere delle grandi aziende tecnologiche e a promuovere una competizione più equa e dinamica nell’ambiente digitale.

Il Dma pone una serie di obblighi e divieti mirati a contrastare gli abusi di posizione dominante e distorsiva dell’economia digitale dei cinque giganti tecnologici occidentali Alphabet (società madre di Google e Android), Amazon, Apple, Meta (società madre di Facebook, Instagram e WhatsApp), Microsoft (società madre di LinkedIn) più ByteDance (società madre di TikTok).

Queste sei big da settembre scorso sono state designate dalla Commissione europea come gatekeeper, cioè soggetti che fungono come punto di accesso tra utenti commerciali e consumatori e che saranno finalmente responsabili delle loro azioni. Tali aziende, che hanno già iniziato a testare parte del nuovo regolamento, dovranno dimostrare il completo adeguamento con relazioni di conformità dove descriveranno puntualmente le misure adottate.

Queste relazioni, da inviare alla Commissione europea dovranno contenere anche una descrizione, verificata in modo indipendente, di tutte le tecniche (algoritmi e non solo) usate per profilare i consumatori. Sarà poi la Commissione europea a valutare l’efficacia delle azioni intraprese, anche in base ai contributi delle parti interessate, e non esiterà ad adottare azioni formali di enforcement se necessario. Le sanzioni previste, che possono arrivare fino al 10% del fatturato globale, costituiscono un incentivo significativo per indurre le aziende a rispettare le nuove regole.

Ma come si tradurrà tutto ciò nella vita quotidiana degli utenti? Ad esempio, nel caso di Google Maps, (Alphabet) la precedente pratica di indirizzare automaticamente gli utenti alla loro app è stata sostituita dalla necessità di ricercare l’indirizzo manualmente, un cambiamento volto a dare la possibilità al consumatore di scegliere una diversa mappa per garantire così una maggiore equità tra i fornitori di servizi di mappe digitali.

Il Dma ha dunque l’obiettivo di promuovere la competizione nell’innovazione tecnologica offrendo ai piccoli fornitori una possibilità più equa di sfidare i giganti dominanti e nello stesso tempo un aumento della qualità dei servizi inducendo tutte le aziende a un maggiore sforzo nel cercare di soddisfare e attrarre i clienti. Parallelamente la normativa aiuta a migliorare la trasparenza e la privacy online, limitando la condivisione dei dati personali tra le varie piattaforme di servizi digitali garantendo agli utenti maggiore controllo sulla propria privacy

L’attuazione non sarà senza sfide, perché se le grandi società tecnologiche stanno già annunciando importanti modifiche per adeguarsi al regolamento, la strada verso la piena conformità potrebbe essere lunga e complessa.

Resta da vedere come il Digital Markets Act si tradurrà nella vita quotidiana degli utenti, ma di certo le regole introdotte promettono di portare benefici tangibili, offrendo una maggiore scelta, trasparenza e qualità nei servizi digitali utilizzati ogni giorno.

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