Falce e Pastello: l’infanzia tragicomica dei millenials comunisti | Giornale dello Spettacolo
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Falce e Pastello: l’infanzia tragicomica dei millenials comunisti

Un minidocumentario che racconta l'altro lato degli anni '90, quello dei millenials cresciuti nelle famiglie ancora politicizzate

Falce e Pastello: l’infanzia tragicomica dei millenials comunisti
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25 Febbraio 2019 - 21.07


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C’è una parte dei millenials che non è mai stata raccontata, fagocitata dal racconto mainstream degli anni ’90, quella del consumismo sfrenato, della bella vita pre-crisi e colma di speranze per il futuro. Mentre gran parte dei trentenni di oggi ricorda con nostalgia i pomeriggi a guardare i cartoni su Italia 1 e le feste di compleanno da McDonald’s, c’è anche chi a Natale andava alle manifestazioni della Cgil, non frequentava l’ora di religione e passava le serate ad attaccare i poster di Lotta Comunista sui muri.

È l’infanzia raccontata in Falce e Pastello, un documentario a cura di Gianluca De Santis ed Eliana Rizzi, in onda su Radio 3 il l 25, 26 febbraio e 1 marzo. Una testimonianza tragicomica in cui i due autori mettono insieme pezzi di vita di millenials che hanno avuto la (s)fortuna di crescere in quelle famiglie ancora politicizzate a sinistra nei ruspanti anni del Berlusconismo dei primi tempi. E così, mentre i loro compagnetti ballavano sulle note di T’Appartengo di Ambra Angiolini su Non è la Rai, c’erano anche quei bambini che aspettavano la scampanellata dei militanti di Lotta Comunista e che la Comunione sì l’hanno fatta (siamo pur sempre in Italia), ma solo per far contenti i nonni. Embargo di Mediaset e dei prodotti di consumo, lettori cd con compilation di canzoni del partito, e tanti altri episodi raccontati dalle voci di chi ha visto gli altri divertirsi spensierati mentre nelle loro case vigeva la gravità della ribellione agli sporchi burocrati. Tre pillole divertenti e nostalgiche, che raccontano la ribellione al contrario di chi in fondo voleva solo poter mangiare le merendine guardando bim bum bam.

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