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Perle e scoperte di Morricone in un album postumo con pezzi inediti

“Morricone segreto” raccoglie 27 brani a riprova della sua vastissima cultura musicale. Tra toni sensuali, tinte dissonanti e autentiche novità per noi ascoltatori

Perle e scoperte di Morricone in un album postumo con pezzi inediti
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13 Novembre 2020 - 12.54


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di Giuseppe Costigliola

È finalmente uscito l’atteso album postumo di Ennio Morricone, programmato per celebrare idealmente il suo 92esimo compleanno: è disponibile sulle maggiori piattaforme di streaming, in cd e persino in doppio vinile nei negozi fisici. Considerata la sterminata eredità musicale lasciata dal Maestro, è facile prevedere che si tratti del primo di una lunga serie – staremo a vedere.
Il titolo, “Morricone segreto”, è furbescamente allusivo. Al contrario di ciò che si ripete nelle numerose recensioni che sono cominciate a circolare, c’è poco di segreto, in questa raccolta, per lo meno per chi ben conosce la poliedricità della musica di Morricone. È però vero che il disco non presenta pezzi celeberrimi, già incisi in decine di album, ma brani che hanno impreziosito film meno noti, per lo più di genere, e quindi offre al grande pubblico un aspetto meno valorizzato della vena inventiva del compositore romano.

È dunque apprezzabile il lavoro fatto dal produttore Pierpaolo De Sanctis, in accordo con il figlio di Ennio, Andrea, che ha selezionato queste registrazioni dall’ampio archivio musicale di Morricone sotto i diritti della CAM Sugar. L’album ne raccoglie ben ventisette, che rappresentano una summa degli stilemi compositivi elaborati dal Maestro nella sua fase forse maggiormente creativa, tra la fine degli anni Sessanta e gli albori degli Ottanta, sonorità e scelte stilistiche che contribuirono ad accrescere la sua già notevole fama: vi ritroviamo i caratteristici paesaggi sonori, le ubertose contaminazioni, le peculiari tessiture armoniche, le orchestrazioni intense, le indelebili melodie, i ritmi iterativi e intrecciati, gli ostinato e l’umorismo di certe trovate sonore, e così via.
A toni sensuali e carezzevoli si alternano tinte acide e dissonanti, ad archi morbidi e ariosi si sovrappongono fiati squillanti e penetranti, ai deliziosi cori di Alessandro Alessandroni e all’angelica voce di Edda Dell’Orso s’intersecano cadenze inquietanti e ossessive, a brani allusivamente psichedelici s’avviluppano sensuosi tappeti lounge, a ritmi di bossa nova si succedono accenti alternative rock: una fantasmagoria di suoni e timbri, un concentrato di creatività che ben rende l’idea di quanto fosse estesa la cultura musicale del compositore romano, e di come il suo genio abbia influenzato generazioni di musicisti dediti alle varietà più disparate, dal classico all’elettronica, dall’hip pop al progressive.

Sette i brani inediti: l’umoristica “Vie-Ni”, tratto da Quando l’amore è sensualità, una commedia di Vittorio De Sisti del 1973, con Agostina Belli; il dolcissimo e ritmato “Patrizia” da Incontro (1971), di Piero Schivazappa, con Florinda Bolkan; “Psychedelic Mood” e “Edda bocca chiusa” da Lui Per Lei (1971), film di Claudio Rispoli mai uscito nelle sale e di cui non fu mai pubblicata la colonna sonora, tra i cui produttori figurerebbe Marco Ferreri; “Il clan dei siciliani (Tema n. 5)”, versione alternativa del celebre brano tratto dal film omonimo (1969) diretto da Henri Verneuil e con Alain Delon, caratterizzata da un arrangiamento insolitamente acido e rockeggiante, con l’ausilio di chitarre elettriche distorte e una batteria incalzante; l’iterativa “Beat per quattro ruote” da L’Automobile, di Alfredo Giannetti, con Anna Magnani, terzo film del ciclo televisivo Tre donne, che andò in onda il 10 ottobre del 1971 su quello che all’epoca si chiamava Programma Nazionale; “Inseguimento mortale” da La tarantola dal ventre nero (1971), di Paolo Cavara, con Giancarlo Giannini e Barbara Bouchet, brano dalle tipiche sonorità angoscianti dei thriller neri dei primi anni Settanta.

In un disco che va ascoltato per intero, dalla prima all’ultima nota, ci limitiamo a segnalare quattro splendide tracce: “Tette e antenne, tetti e gonne”, pezzo pop lounge tratto da un notevole film colpevolmente dimenticato, La smagliatura (1975) di Peter Fleischmann, interpretato dalla formidabile coppia Ugo Tognazzi-Michel Piccoli; la sorprendente “Jukebox Psychédélique”, dai ritmi levantini e dalle sonorità mediterranee, tratto da Peur Sur La Ville (del 1975, noto in Italia col titolo Il poliziotto della brigata criminale, anche questo di Verneuil, con Jean Paul Belmondo); la dolcissima “L’immoralità” (dal film omonimo del 1978 di Massimo Pirri, con Lisa Gastoni e Mel Ferrer), lirico dialogo tra basso e note di piano carezzate, intrecciato su un morbido tappeto d’archi; l’incantevole “Per Dalila” dal film Il bandito dagli occhi azzurri (1980), sempre di Giannetti, con Franco Nero e Dalila Di Lazzaro, la cui colonna sonora è costruita con un linguaggio jazzistico quasi mai frequentato da Morricone e impreziosita da musicisti del calibro di Enrico Pieranunzi, Roberto Gatto e Riccardo Del Fra.

Insomma, una manna dal cielo, almeno per coloro che amano e continuano a nutrirsi di quel fantastico laboratorio artistico che furono gli anni Settanta, dell’energia e della creatività che queste composizioni di Morricone riflettono alla perfezione. A ben vedere, ciò che rende particolarmente interessante questo album è proprio la contaminazione tra musica di alto livello e film di genere, tra lo sperimentale e il popolare: si valorizza così “un lavoro troppo presto dimenticato, per cui Morricone è ancora oggi considerato all’avanguardia”, come ha dichiarato De Sanctis in un’intervista.

Ma l’attesa di altro materiale da parte dei tanti appassionati dell’Ennio nazionale non finisce qui. Il 4 dicembre è previsto l’arrivo dell’edizione deluxe, che dovrebbe includere altre tracce e brani delle sessioni di registrazione, con la voce del Maestro che dà indicazioni ai musicisti, e si parla anche della prossima uscita di un documentario. Dunque, la musica di Ennio Morricone seguiterà ad accompagnarci, sfidando il tempo e l’assenza, com’è nel magico potere dell’arte.

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