Mogol: «Artisti anche indigenti per il Covid19, la Siae sostiene chi è in difficoltà» | Giornale dello Spettacolo
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Mogol: «Artisti anche indigenti per il Covid19, la Siae sostiene chi è in difficoltà»

Il presidente della società sui diritti d’autore: «Estendere “Cura Italia” ai lavoratori dello spettacolo. Cos’è la copia privata e a chi va il compenso. Felice per “Il mio canto libero” dei medici»

Mogol: «Artisti anche indigenti per il Covid19, la Siae sostiene chi è in difficoltà»
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9 Aprile 2020 - 17.14


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di Chiara Zanini

In questa fase di emergenza abbiamo parlato dei diritti degli autori e delle misure adottate dalla Siae con Giulio Rapetti Mogol, presidente del Consiglio di gestione della  Società Italiana degli Autori ed Editori, oltre che uno dei maggiori autori di testi con musica.

Presidente, che effetto fa vedere una canzone che ha fatto storia come Il mio canto libero in una nuova interpretazione dei medici impegnati a combattere il virus?
Ho trovato molto bello che i medici stessi volessero parlare alla gente attraverso una canzone. La Federazione italiana delle società medico scientifiche mi ha chiesto di scrivere un testo per aiutarli a convincere gli italiani a restare a casa. L’obiettivo era così importante che ho accettato subito e ho scritto le parole sulle note di “Il mio canto libero”. È un inno e un appello alla responsabilità e alla speranza, ma anche un modo per ringraziare i medici perché stanno combattendo una dura battaglia, pagando a volte anche con la loro vita. Ho scelto la musica di “Il mio canto libero” perché è una canzone che conoscono tutti e quindi il messaggio diventa più efficace.

Il Consiglio di Gestione Siae si è riunito virtualmente per prendere provvedimenti urgenti. Quali?
Il Consiglio di Gestione ha deciso di intervenire su più livelli. Innanzitutto con la creazione di un Fondo di solidarietà di emergenza di 500mila euro per acquistare 2.500 pacchi alimentari che saranno distribuiti agli associati che ne faranno richiesta e che sono in uno stato di indigenza o di invalidità o in precarie condizioni di salute. Inoltre, è stato istituito un Fondo di sostegno straordinario pari a 4,1 milioni di euro in favore degli agenti mandatari della Società, lavoratori autonomi a provvigione che sono stati toccati anche loro pesantemente dal blocco di tutte le attività di spettacolo. È stato poi creato un Fondo di sostegno straordinario di 60 milioni di euro a favore di tutti gli associati, valido per il 2020 e il 2021, finalizzato a supportare le ripartizioni nei prossimi due anni. Il Consiglio ha infine dato mandato al Direttore Generale di verificare la possibilità che la Siae conceda prestiti pluriennali a tasso zero agli associati in difficoltà di liquidità. Complessivamente, dunque, il sostegno sarà di 110 milioni di euro. Questo significa che Siae è la più attenta tra le società di collecting a livello europeo alle esigenze di tutela del diritto d’autore.

Distribuirete quindi anche pacchi alimentari per associati in condizioni di indigenza, invalidità o precarie condizioni di salute.
È una misura che cerca di andare incontro a quelle persone, presenti anche tra i nostri associati, che a causa della gravissima crisi per il Coronavirus non hanno le risorse economiche per acquistare generi alimentari. Siae, nel solco della tradizione dei suoi 138 anni di storia, dimostra ancora una volta di essere non solo dalla parte di chi crea, ma anche dalla parte di chi soffre. Anche così continueremo ad appoggiare il grande impegno del Paese per uscire dall’emergenza.

Molti artisti sono lavoratori intermittenti e sono del tutto esclusi dal Decreto Cura Italia. Cosa si può fare per loro?
Mi auguro che vengano estese anche a questi professionisti le misure previste per gli altri lavoratori dello spettacolo perché purtroppo la crisi economica scatenata dall’emergenza sanitaria ha coinvolto tutte le categorie. L’intermittente dello spettacolo paga all’Inps sia il contributo Naspi per disoccupazione che il contributo Fis per periodo di crisi aziendale. Quindi mi sembra giusto che abbia accesso a qualche forma di indennità.

Abbiamo letto dello scontro a distanza con Confindustria Digitale in merito alla copia privata. Può spiegare ai non addetti ai lavori cos’è la copia privata? Chi paga il compenso agli autori per la copia privata e come viene ripartito?
La copia privata è il compenso riconosciuto agli autori, agli interpreti esecutori e ai produttori di contenuti su apparecchi e supporti in cambio della possibilità di fare registrazioni e riprodurre opere dell’ingegno protette dal diritto d’autore. Siae ha il compito di raccogliere e ripartire questo compenso non avendo alcuna provvigione se non il recupero delle spese per questa attività. La copia privata si applica a tutti gli apparecchi di registrazione e a tutti i supporti idonei alla registrazione di fonogrammi e videogrammi. Il compenso è dovuto da chi fabbrica o importa nel territorio italiano, con l’obiettivo di trarne profitto, gli apparecchi di registrazione e i supporti vergini.

Perché le posizioni di autori e Confindustria divergono?
Condivido quasi tutte le affermazioni e le richieste del Presidente di Confindustria Cultura Italia Innocenzo Cipolletta al Governo e al Parlamento ma respingo con fermezza la proposta di estendere ai produttori il 10% di compenso incassati dalla Siae per copia privata. Il decreto Cura Italia, destinando questo compenso ad autori, interpreti, esecutori e agenti mandatari, tutela i più deboli: le decine di migliaia di autori e interpreti ed esecutori che vivono con una media mensile di 1000 euro al mese derivanti da proventi di diritto d’autore o concertini live e che ora non possono svolgere alcuna attività. Polverizzare ulteriormente le risorse per favorire produttori ed aziende di diversa natura non sarebbe né equo né giusto.

Come prevede che si evolverà la situazione per gli autori?
Quella che le imprese culturali stanno affrontando ha ormai il carattere di una vera e propria calamità. Come Società Italiana degli Autori ed Editori, la nostra priorità anche durante questo difficile periodo, è stare vicino ai nostri associati, garantendo la continuità operativa ma anche fornendo un sostegno concreto. La diffusione della cultura è essenziale non solo per l’economia italiana ma per la stessa qualità della vita e sono certo che, una volta superata l’emergenza, riusciremo a trasformare questa esperienza in un’occasione per fare un salto di qualità come sistema Paese, attivando percorsi virtuosi di innovazione in tutti i campi.

Qual è la sua opinione sulla molteplicità di iniziative che in queste settimane portano diversi autori ad offrire le proprie opere in streaming gratuito?
Una volta per comprare un disco, un libro, oppure per vedere un film, bisognava per forza uscire di casa. Oggi non è più così: abbiamo l’opportunità di fruire cultura online, soprattutto in momenti complessi come questo, in cui tutti dobbiamo restare in casa, per salvaguardare noi stessi e la collettività. In una situazione così straordinaria e delicata, penso che sia giusto che anche gli autori facciano la lor parte mettendo a disposizione gratuitamente le loro opere. Voglio sottolineare che Siae sostiene con un milione di euro destinati alla promozione delle attività culturali la campagna #iorestoacasa lanciata dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo e sostenuta dal Governo per incentivare tutti a rimanere nelle proprie abitazioni.

C’è il rischio che piccole realtà culturali non sopravvivano alla crisi dovuta al Coronavirus, trovandosi già in difficoltà in precedenza?
Spesso le piccole realtà culturali, dislocate capillarmente in tutta Italia, garantiscono importanti occasioni di aggregazione, coesione sociale, senso di comunità. Purtroppo l’impatto economico è pesante per tutti e per alcuni potrebbe essere insostenibile. Mi auguro che tutte le misure che il Governo sta mettendo in campo possano scongiurare questo pericolo. Ovviamente anche Siae continuerà a fare la sua parte per tutelare i più deboli. Serve la collaborazione di tutte le istituzioni per attuare misure straordinarie e definire provvedimenti strutturali.

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