di Chiara D’Ambros
L’11 giugno c’è stata l’anteprima della 25esima edizione dei Suoni delle Dolomiti che anche quest’anno si mostra ricca di proposte dall’alba al tramonto. Mario Brunello con i solisti Aquilani diretti da Stefano Nanni e la straordinaria partecipazione di Vinicio Capossela si sono rifugiati presso il Teatro Sociale di Trento per un concerto mozzafiato in sostegno di Artesella, il sito in Valsugana di Arte e Natura nato e cresciuto anno dopo anno a partire dal 1986. Brunello ne è stato sin da subito un autentico amico e sostenitore ed è diventato ben presto il suo direttore artistico musicale. Il sito mai come oggi ha bisogno di aiuti dopo la devastazione causata da fortissimi venti che si sono abbattuti in quelle valli, lo scorso ottobre, causando il crollo di milioni di alberi in Trentino e in Veneto, centinaia ad Artesella.
Cura, dedizione e un grande investimento economico sono gli elementi necessari oggi per far rinascere e crescere l’area trentina che ha visto succedersi negli anni artisti da tutto il mondo. Ciascuno ha dato vita a una scultura naturale, creando un vero e proprio museo naturale a cielo aperto. A causa del maltempo dell’autunno 2018, i danni sono stati ingenti mostrando la fragilità sempre maggiore della coesistenza della natura con l’uomo che ne ha alterato degli equilibri in modo inequivocabile.
Per fortuna ha resistito il simbolo per eccellenza di Artesella, “La Cattedrale” cresciuta in quasi 20 anni.
Molti sono stati gli enti, le aziende e anche i privati cittadini che sono corsi a sostenere la ricostruzione di questo luogo unico mostrando amore e stima.
Con il concerto di Trento è arrivata a supporto anche la musica che, scolpendo l’aria e risuonando tra le fronde e fino alle radici che sprofondano nel suolo, è stata sempre una presenza ad Artesella tanto quanto le opere generate dai rami, dal legno , dalle pietre, dal vento.
Il concerto era previsto al Teatro Naturale di Artesella ma il meteo si mostrava minaccioso martedì sera. E anche alla luce della nuova consapevolezza rispetto alla forza della natura acquisita dopo gli eventi recenti, è stato spostato nel teatro del capoluogo trentino che nonostante il cambio programma era al completo.
Saluti poco rituali con il direttore artistico di Artesella, Emanuele Montibeller che ha dedicato il concerto ai boscaioli e Mario Brunello che ha raccontato in breve il programma della serata: le quattro stagioni rivisitate dai Solisti Aquilani, nati dall’evento traumatico come il terremoto in Abruzzo. A seguire una pavana di Ravel, solista il violoncellista Veneto con il suo Maggini del ‘600. Quindi le canzoni di Vinicio Capossela che Brunello stesso in un momento del concerto paragona alle Dolomiti: “Sono pietre o nuvole? Sono vere o sono sogni?”.
Vestiti informali, maglietta rossa dei suoni, giovani solisti ondeggiano in piedi sul palco eseguendo la musica di Vivaldi . Brunello con il suo violoncello fa vibrare l’anima.
Vinicio Capossela entra in scena con un cappello da stregone, nero a tesa larga con del tulle che scende ai lati, dice di essere superfluo su quel palco. Ironia e divertimento non mancano. Introduce la prima canzone, che è anche la prima canzone scritta con Brunello, “La santissima dei naufragati”. Racconta che è ispirata a Moby Dick : “una storia di un comandante che non agisce per la salvezza della sua nave”. Esegue tra le altre canzoni “La danza macabra” ricordando che “impaurire la gente fa bene al potere”. Parla del suo nuovo disco ispirato – spiega – al “Neo Medioevo che stiamo vivendo”.
Cambia cappello, ne indossa uno raffigurante la testa di un orsacchiotto. Canta dell’orso magnifico e ferito trascinato di paese in paese, e del suo ammaestratore, ovunque straniero. Dice che l’orso è il suo animale preferito, Brunello ride.
Molte canzoni sono state ri-arrangiate per essere eseguite con l’orchestra dei Solisti Aquilani, alcune da Stefano Nanni. Il pubblico entusiasta batte i piedi ottenendo vari Bis. Ha assistito ad un incontro sincero tra artisti e mondi musicali, ha respirato la voglia di essere su quel palco che tutti i musicisti lasciavano trasparire, ha potuto gustare ottima Musica che, come dice Ezio Bosso “Non basta mai”. Tutto e tutti per Artesella.