Una leggenda dello showbiz: è morto a Roma David Zard, produttore discografico italiano e organizzatore di alcuni dei più grandi concerti degli ultimi decenni.
Tra i suoi successi ‘Notre dame de Paris’, dal romanzo di Victor Hugo, che decise di portare in Italia con Riccardo Cocciante nel 2002.
Nel 2013 l’altra grande produzione, ‘Romeo e Giulietta, ama e cambia il mondo’, uno spettacolo teatrale che lo stesso Zard definì “folle”. E ancora La Carovana del Mediterraneo, progetto musicale ideato da Angelo Branduardi e consistente in due tour europei con diversi artisti tra l’Italia e altri paesi europei.
Tra i concerti prodotti quelli di Michael Jackson per il Bad World Tour nel 1988 e del Dangerous World Tour nel 1992.
Nato a Tripoli il 6 gennaio 1943 da famiglia ebraica, abbandonò la LIbia nel 1967.
Zard aveva 75 anni, si è spento dopo una lunga malattita e lascia la moglie e un figlio.
Il dolore di Gianna Nannini
Ha lavorato con me negli ultimi tre anni – ha scritto la rocker senese – e spesso da sempre. Io, conoscendolo bene, ho capito quanto affidarmi a lui avrebbe avuto un valore per la storia della musica Italiana. David ha sempre creduto nello spettacolo come forma di amore, scambio delle culture. Si, è vero, ha portato in Italia dei grandi a cominciare da Elton John, M. Jackson, i Pink Floyd, i Rolling Stones, ma la sua grandezza l’ha fatta credendo nella musica Italiana e Mediterranea a cominciare da Branduardi per andare al Banco del Mutuo Soccorso, Baglioni e a me. Ha creduto solo lui nell’importanza del melodramma italiano, e ha inventato l’ Opera contemporanea ‘non musical’ facendo di Notre Dame de Paris di Cocciante un successo senza uguali e dando inizio a una nuova epoca per la nostra musica”.
“Io – prosegue la Nannini – ho avuto l’onore con ‘Pia come la canto io’, che doveva tramutarsi poi in opera, di fare un grande lavoro di ricerca e sperimentazione, perche’ David conosceva bene l’Ottava Rima toscana e tutta l’importanza di continuare in chiave pop rock le tradizioni popolari. Ciao David e per sempre grazie”, conclude Gianna Nannini.