Sorella di Loredana Bertè, nasce a Bagnara Calabra e con la famiglia si trasferisce prima ad Ancona e poi a Roma. Comincia a cantare giovanissima, ma il successo arriva negli anni ’70 con “Piccolo uomo”, appunto, ma anche con “Minuetto”, “Inno” e “Padre davvero”.
Anche gli anni ’80 sono stati ricchi di canzoni immortali, come “E non finisce mica il cielo”, brano scritto per lei da Ivano Fossati, grande amore della sua vita, che non vinse Sanremo ma conquistò il premio della Critica che fu istituito appositamente per lei.
Invidia e malelingue decisero poi che fosse il momento di accantonare Mia Martini.
Dopo un concerto, uno dei componenti del suo gruppo morì. “Porta sfortuna”, si cominciò a raccontare nel maligno ambiente dello showbiz: meglio tenerla lontano dal palco.
E per anni la Martini fu costretta a stare lontana dalle scene: nessun invito, nessuna collaborazione. Alla fine la sua voce vinse sui pettegolezzi, con l’incredibile performance di “Almeno tu nell’universo” dall’Ariston. La canzone, scritta da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio, vinse il premio della critica: il pubblico fu conquistato. Per Mia Martini fu una rinascita, ma gli anni di esilio forzato lasciarono il segno. Gli ultimi anni della sua fin troppo breve carriera furono costellati da altri successi, come “Gli uomini non cambiano”, “Donna” e “Cu ‘mmè”.
Mia Martini decise poi di uscire di scena facendo rumore, privando tutti della sua arte e della sua meravigliosa voce: un silenzio che oggi, a distanza di oltre vent’anni, ancora fa male.
Mia Martini – Almeno tu nell’universo
In ricordo di Mia Martini: la grande voce che non è mai morta
Il 12 maggio 1995 a soli 47 anni se ne andava Mia Martini a causa di un arresto cardiaco: un'artista che ha fatto della musica una ragione di vita
Davide Monastra Modifica articolo
12 Maggio 2017 - 10.43
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