“Un anno fa, dopo la reunion, siamo partiti dal concerto a San Siro pensando di fare solo quello e poi Roma e Messina…” racconta Roby Facchinetti, “e poi invece ne sono arrivati molti altri…sembrava fosse sempre l’ultimo… Questa reunion e questa tournèe però sono davvero il nostro ultimo viaggio. Intravedo il porto e non è una bella sensazione, perchè 50 anni non si possono cancellare così. Si sente il dolore di questa chiusura, ma ormai non si può più tornare indietro, questa è stata la decisione e questa sarà.. costi quel che costi”. E poi cita Valerio Negrini: “Ho imparato a dirti amore quando ormai c’era da andare”.
Per Red Canzian però oltre al dolore, c’è anche l’orgoglio: “Voglio dare una chiave di lettura diversa a questo momento malinconico. La malinconia deve essere stemperata dal grande orgoglio per aver portato in porto la nave, ma con le luci accese e senza rimorchiatore”, e aggiunge: “Questo viaggio è stato importante, ci ha fatto crescere ed è questione di dignità avere il coraggio di fermarsi quando tutto va bene. Per la prima volta riprenderemo in mano la nostra vita, però chiudere in questa maniera darà onore al nostro marchio, e mi auguro che, come dice sempre Roby alla fine dei concerti, la nostra musica continui anche dopo di noi”.
Anche Stefano D’Orazio si associa: “Scendiamo dal palco con le luci accese. Siamo arrivati sani al porto e questo è molto più importante che scendere dal palco. Tutto deve finire. Addirittura i Pooh…” dice scherzando.
Il 30 dicembre sarà davvero una serata memorabile. A Bologna, la città che nel 1966 li ha visti nascere e che ora, a cinquant’anni di distanza, ospiterà il loro ultimo concerto i Pooh saliranno su un doppio palco con una lunga passerella. Niente parterre seduti, per volontà stessa della band, “perchè sarà soprattutto una grande festa” e poi tante sorprese, effetti speciali…
Intanto però è già tempo di pensare al dopo-Pooh: “Vogliamo riposare, non il fisico ma la testa, per rimettere in ordine la nostra vita passata sempre con la valigia in mano “, dice Red. “Sarà il momento per renderci conto di ciò che abbiamo fatto e finalmente godercelo pensando di aver contribuito almeno a un pezzetto della storia della musica italiana”.
Per Stefano, che un addio alla band l’aveva già dato nel 2009: “Vivere senza Pooh si può, è stimolante, si possono riaprire i cassetti con la consapevolezza di non avere perso degli amici, ma dal mattino dopo scopri di avere un calendario incredibilmente vuoto: imparare a improvvisare per una volta è bello”.
“Il segreto per stare 50 anni insieme? Invece che sminuire l’altro, abbiamo sempre cercato di sostenere chi era diverso tra noi, chi pensava diversamente, e questo senso di unione forse è stato quello che ha formato 50 anni di successo”, ha detto Dodi Battaglia.