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Freddie Mercury, indimenticata rockstar

Il ricordo del frontman dei Queen che oggi avrebbe compiuto 70 anni. Celebrazioni in tutto il mondo, raccolta di fondi e maratone tv. In attesa del biopic

Freddie Mercury, indimenticata rockstar
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5 Settembre 2016 - 12.37


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di Francesco Troncarelli

Avrebbe compiuto 70 anni oggi Freddie Mercury, la voce più incredibile ed emozionante del rock. Un artista unico nel suo genere, dotato di un grande carisma e di una presenza scenica teatrale e seducente, un personaggio che ha fatto la storia della musica internazionale e di cui si sente la terribilmente la mancanza in tempi così grami di talenti e di pop campionato e senza identità.

Era nato a Zanzibar da una famiglia indiana di origine Parsi, registrato all’anagrafe come Farrokh Bulsara. La sua fortuna fu il trasferimento in Inghilterra a 18 anni a seguito della rivoluzione che investì il paese africano. Appassionato di musica e con alle spalle studi in pianoforte, Freddie si diploma in Arte grafica e Design e frequenta la Londra artistica e anticonformista, entra in contatto con altri musicisti e gruppi che saranno fondamentali per la sua carriera, gli Smile, ne fonda uno, Ibex, e poi incide i primi pezzi, fa concerti e naturalmente si esibisce, sino ad arrivare all’aprile del 1970 quando insieme al chitarrista Brian May e al batterista Roger Taylor forma i Queen, cui l’anno successivo si aggiungerà il bassista John Decon.

Da quel momento nasce la leggenda dei uno dei gruppi più amati e apprezzati del panorama musicale
internazionale soprattutto del loro frontman, l’istrionico e insuperabile Mercury, leader veramente di quella formazione che nel tempo ha venduto oltre 200milioni di dischi e ha tenuto 707 concerti in 26 nazioni diverse, vere e proprie rappresentazioni sceniche in cui Mercury dava il meglio di sé, vocalmente e teatralmente. Uno per tutti: quello al Live Aid del 13 luglio 1985 in cui Mecury in venti minuti di show, “tenne sul palmo della mano tutto il pubblico” come ricorderà David Bowie in seguito.

La sua infatti era una voce potente ed espressiva, in grado di dare lustro anche ai brani meno brillanti del repertorio della band inglese che ha dettato legge dai Settanta agli Ottanta. Una voce che è stata oggetto di studio da parte di un team di ricercatori universitari e che ha stabilito non solo che la sua estensione vocale sfiorava le quattro ottave, ma soprattutto che la sua voce era così eccezionale, perché utilizzava la tecnica delle subarmoniche, tipica dei cantanti etnici come i Tuvan della Mongolia o i Tenores della Barbagia.

Appariscente e coinvolgente sul palcoscenico, nella vita privata Mercury era schivo e riservato, amava i gatti e la pittura, Chagall il suo artista preferito. Aveva una collezione di cravatte ma non le indossava mai. I suoi idoli erano stati Cliff Richerd, poi Hendrix e i Cream. Per i Queen è stato autore di brani che hanno fatto il giro del mondo come Bohemian Rhapsody, Crazy Little Thing Called Love, Don’t Stop Me Now, It’s a Hard Life, Killer Queen, Love of My Life, Play the Game, Somebody to Love e We Are the Champions.

Il 24 novembre del 1991 morirà a 45 anni, ufficialmente per una broncopolmonite. Il giorno prima aveva redatto un comunicato in cui spiegava: “Desidero confermare che sono risultato positivo al virus dell’HIV e di aver contratto l’AIDS. E’ arrivato il momento che i miei amici e i miei fan in tutto il mondo conoscano la verità e spero che tutti si uniranno a me, ai dottori che mi seguono e a quelli del mondo intero nella lotta contro questa terribile malattia”.

Oggi, giorno del suo compleanno, tutti gli Hard Rock Caffè nel mondo celebrano l’anniversario con una raccolta di fondi in favore del “Mercury Phoenix Trust” per sostenere la ricerca contro l’Aids. A Montreaux, dove Mercury aveva una casa e uno studio di registrazione, davanti alla sua celebre statua (ce ne sono cento nel mondo), è stata organizzata una Tombola per i fan con in premio memorabilia autografati da lui. Giorni fa poi, sulla facciata della modesta casa di Feltham dove la sua famiglia si trasferì da Zanzibar, è stata apposta una Targa blu per ricordarlo.

In Italia Sky Arte dedica l’intera programmazione alla rockstar con documentari, live e speciali. In alto mare invece il biopic che racconterà la sua breve e folgorante vita. Dopo il ritiro con polemiche da parte di Sacha Baron Cohen dal progetto, l’interprete sarebbe stato individuato nell’attore Ben Whishaw attualmente impegnato nel sequel di Mary Poppins, e c’è la possibilità quindi di un inizio riprese per l’anno prossimo.

In attesa, resta la sua musica e soprattutto la sua voce che non finirà mai di stupirci e coinvolgerci.

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