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Bobby Solo, 70 anni in musica

L’Elvis italiano festeggia il compleanno con un nuovo album. Una carriera ricca di successi e aneddoti. Dai trionfi di Sanremo al monolocale in prestito.

Bobby Solo, 70 anni in musica
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18 Marzo 2015 - 16.09


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di Francesco Troncarelli
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Ha vinto Sanremo, è stato applaudito in tutto il mondo, ha venduto milioni di dischi, ma Bobby Solo è rimasto il ragazzo della porta accanto degli esordi. Stesso ciuffo, stessa simpatia, stessa passione per Elvis, anche ora che compie 70 anni. Magari con qualche chilo in più e qualche capello ingrigito, ma lo spirito è sempre lo stesso. 70 anni e non sentirli e come sempre in pista, tra un concerto e l’altro e soprattutto con il lancio del nuovo album.

Con una carriera piena di successi come la sua, poteva permettersi di pubblicare un “Best of”, e invece Roberto Satti, così per l’anagrafe di Roma, ha deciso di mettersi in gioco con la collaborazione di Mogol, e ha sfornato nove pezzi nuovi di zecca fra i quali “Meravigliosa vita” title track del disco a cui ha aggiunto quattro suoi classici come “Una lacrima sul viso”, “Se piangi se ridi” , “Non c’è più niente da fare” e “Gelosia”, ma riarrangiati in stile blues alla B. B. King.

Un lavoro per il suo compleanno che si è regalato senza risparmiarsi, come è sua abitudine del resto, perché lui non ama starsene con le mani in mano, tutt’altro. E’ uno dei pochi artisti nati ed affermatisi nei “favolosi Sessanta” che fa decine e decine di concerti all’anno, ovunque, senza snobismi di sorta perché ama il rock e fare musica.

Virtuoso della chitarra, con quella voce dai toni caldi e profondi e accompagnato dal suo gruppo, Bobby si esibisce nei locali periferici romani come nei teatri francesi con l’entusiasmo e la professionalità di sempre, da performer di razza. Un modo di proporsi apprezzato da un pubblico variegato e trasversale, come dimostra il successo che ottiene quando va al “Roxy bar” di Red Ronnie (una presenza costante), uno dei programmi in streaming più seguiti in assoluto.

La sua vita è ricca di storie e aneddoti che lo accompagnano dagli esordi, a cominciare da quando venne ingaggiato da Vincenzo Micocci per la Ricordi. Per non contraddire il padre, dirigente Alitalia tutto d’un pezzo che non voleva che utilizzasse il cognome di famiglia per scimmiottare Presley, accettò di farsi chiamare Bobby, all’inglese, col solo nome. Solo Bobby, scrisse il manager su un foglietto ma la segretaria non capendo, sul contratto riportò Bobby Solo e quel nome curioso divenne la sua fortuna.

Dodici partecipazioni a Sanremo con due vittorie, record di vendite imbattuto per un brano festivaliero (un milione 900mila copie di “Una lacrima sul viso” in tre mesi), lo scandalo per il primo playback e il rimmel che si scioglieva, le Canzonissime e i Cantagiri insieme ai big degli anni d’oro della musica leggera, una decina di musicarelli senza pretese ma con incassi miliardari, un’amicizia storica con Little Tony suo fratello di latte per Elvis, quattro figli da due mogli e otto nipoti, l’intramontabile Bobby è passato nel corso della sua carriera dalle stelle alle stalle, dagli applausi al dimenticatoio, prima della “resurrezione” artistica definitiva.

Fu quando negli anni Settanta con l’avvento dei cantautori e l’evoluzione del rock verso altre sonorità, si ritrovò senza una lira a vivere in un monolocale di 20 metri quadri di un amico, in attesa di una telefonata di qualche impresario che non arrivava mai. Ricominciò così da dove aveva iniziato, quando con Franz di Ciocco (futuro componente della Pfm) strimpellava la chitarra per 500 lire nei localini dei Navigli. Un ritorno alla gavetta dopo i fasti divistici e i soldi a palate vissuto con umiltà e tanta forza d’animo che alla fine fu premiato con il rilancio di nuovo al festival, con “Gelosia”. Il brano della svolta che lo fece tornare a correre.

Ed eccolo qua ora Bobby Solo col suo sorriso sornione, i ray ban sfumati e la chitarra a tracollo, giubbotto di pelle, jeans e stivaletti. E’ arrivato ai 70 anni, e neanche se ne è accorto. Del resto a lui di questo anniversario così importante, non importa nulla come ha dichiarato. Un lampo di saggezza ispirato da un filosofo indiano che sosteneva che rimpiangendo il passato e temendo il futuro si nuoce al presente. Con un figlio di due anni da crescere e che lo segue con una chitarra giocattolo quando suona in casa del resto, non potrebbe essere altrimenti. Noi però gli auguri glieli facciamo lo stesso: buon compleanno Bobby.

Bobby Solo – Una Lacrima Sul Viso:
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