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Sanremo, tra gli invitati i Freaks ma senza poesia e con poco rispetto

Un’attenuante soltanto: Sammy sembrava davvero felice di esserci. [Chiara D'Ambros]

Sanremo, tra gli invitati i Freaks ma senza poesia e con poco rispetto
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14 Febbraio 2015 - 16.06


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di Chiara D’Ambros

Sanremo2015, a questo punto possiamo dirlo, più che un festival della canzone è stato concepito come un varietà dai tempi estenuanti. Nonno del varietà televisivo è il circo e a Sanremo hanno tentato goffamente di mettere tutti gli ingredienti che assicurano allo show circense il successo. Risultato: i numeri e i personaggi sono troppo spesso sgangherati o mal gestiti, o semplicemente sfruttati e tutta la magia e la poesia del circo viene uccisa con cinica noncuranza.

Nel circo di Sanremo i comici, il balletto, e non possono mancare le strane creature, ecco il momento Freaks, peccato non ci sia nemmeno l’ombra della delicatezza e del rispetto della regia di Tod Browning nella comparsa di questi esseri umani. Già in Freaks, film del 1932, si vedeva con spietatezza come “i normali” anche in un circo non reggano poi tanto la diversità, e quanto la usino per fare spettacolo. In questo Sanremo la diversità viene ospitata in modo vergognosamente evidente per fare audience, ma viene liquidata agilmente (forse per paura della rivolta dei freaks e di essere ridotti in galline strillanti? O forse semplicemente perché non si sa davvero come affrontarla, non osiamo dire includerla). Lo si è visto con Conchita, la famiglia … ha avuto un po’ più di spazio ma probabilmente solo in quanto raccomandata dallo spirito santo. Mentre ieri sera con l’invito a Sammy Basso, un ragazzo di 19 anni affetto da progeria, o sindrome di hutchinson-gilford che causa un invecchiamento precoce, il limite dell’indecenza è stato raggiunto, un’intervista di 3 minuti e 52 secondi (che hanno fruttato alla rai già più di 90 mila visualizzazioni dal sito, oggi). Conti talmente voleva liberarsene in fretta che si è quasi dimenticato di chiedergli, come fa con tutti gli ospiti (ad eccezione di Conchita), qual è la sua canzone preferita di Sanremo.

Un’attenuante soltanto: Sammy sembrava davvero felice di esserci.
Questo ragazzo fantastico (né se nè ma e senza retorica) mettendosi degli occhiali da alieno ha fatto sorridere davvero, e comparire per un istante quella poesia circense che non appartiene, neppure lontanamente, al palco dell’Ariston. Così Sammy su questo palco ha potuto collezionare solo un attimo come un clown (Boll, opinioni di un Clown, docet). Non c’è spazio per la sua storia di essere umano, solo qualche titolo sulla sua forza d’animo straordinaria. Conti lo ha liquidato agilmente dopo qualche adulazione, solo citando l’associazione di Basso senza dire come si chiama (Associazione Italiana Progeria Sammy Basso, l’A.I.Pro.Sa.B.), dare le coordinate del sito, se non ci si poteva/voleva addentrare nel merito di che cosa faccia. Poteva dedicargli un po’ di spazio? Se non c’era tempo a disposizione lo poteva trovare magari evitando la penosa scenetta l’elargizione dei 3 biglietti dell’Expo (che costano poco più di 30 euro l’uno) a beneficio della famiglia Basso, sottraendoli alle sorellastre Arisa e Emma e a Cenerentola-Rocio: che nobile gesto!

Ma come qualcuno ha già notato a Sanremo la “realtà vera” non può entrare, non può entrare la storia che bussa alla porta come ha osservato Tancredi Omodei tra queste pagine, figuriamoci il dolore, la malattia, la diversità se non nei limiti della presenza perché il politicamente corretto va di moda e fa sentire più buoni e assolti.

Solo viene da chiedersi allora perché non viene lasciata fuori del tutto? Forse sarebbe meno ipocrita e un segno maggiore rispetto.

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