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Da Saviano a Murgia: “Grave stop politico del sindaco al Festival dell’Aquila”

Celestini, Iaia Forte e altri invitati al Festival degli Incontri: Biondi di Fratelli d’Italia attua “più di una censura”

Da Saviano a Murgia: “Grave stop politico del sindaco al Festival dell’Aquila”
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30 Settembre 2019 - 23.46


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Da Saviano a Zerocalcare, da Michela Murgia a Iaia Forte, si schierano contro il sindaco dell’Aquila. Pierluigi Biondi, Fratelli d’Italia già con una militanza di più anni in CasaPound, ha bloccato i fondi e quindi lo svolgimento del Festival degli Incontri e molti degli artisti e autori invitati lanciano un appello agli aquilani in solidarietà con la direttrice artistica della rassegna. Dura, e fondata, l’accusa degli artisti: “per la prima volta un politico è riuscito a impedire lo svolgimento di un festival della cultura”. Biondi alla festa di Fratelli d’Italia a Roma “Atreju” aveva definito il calendario proposto “una carnevalata di sinistra” dopo aver bloccato i 700mila euro che il Comune gestisce ma stanziati dal ministero per i Beni e attività culturali e turismo. Biondi ha accusato Barbagallo e l’organizzazione di un programma vago e indeterminato ma il Mibac la settimana scorsa ha diffuso un calendario di nomi proposti e date ed era alquanto completo. Quell’elenco di nomi risale al 31 luglio e a una riunione a cui ha partecipato anche il Comune stesso con un delegato nel Comitato organizzatore. Il festival doveva tenersi dal 10 al 13 ottobre: in quelle date salvano.

Roberto Saviano, ZeroCalcare, Paolo Giordano, Michela Murgia, Ascanio Celestini, Massimiliano Coccia, Marco Damilano, Donatella Di Pietrantonio, Marcello Fois, Iaia Forte, Giuseppe Genna, Fabrizio Gifuni, Paolo Repetti, Chiara Valerio e Daniele Vicari scrivono: “Vogliamo esprimere pubblicamente la nostra indignazione per quanto è accaduto. Chiediamo a tutte le istituzioni coinvolte, a partire dal ministero della Cultura, di confermare il festival nella sua programmazione e nella direzione artistica, sia nel caso di spostamento della data che di un’eventuale edizione nel 2020. Compiere una scelta diversa significherebbe accettare il principio che le direzioni artistiche devono avere una funzione ancillare e subalterna alla politica. Un precedente gravissimo e pericoloso”.

I firmatari riepilogano l’accaduto e dicono: “Il sindaco Pierluigi Biondi si è intestato un’azione di cui non si ha memoria: ha bloccato la realizzazione del festival tirandosi indietro all’improvviso, quando mancavano poche settimane dal suo svolgimento, cercando di imporre delle modifiche sostanziali ad un programma che il Comune, l’istituzione da lui presieduta, aveva già approvato. È un gesto che rappresenta molto più di una semplice censura”.

Biondi – aggiungono i firmatari dell’appello – “ha spudoratamente affermato il principio che la direzione artistica di un festival possa essere sostituita da una direzione politica. Per la prima volta un politico ha stilato l’elenco degli ospiti che possono intervenire e di quelli che non sono ritenuti adatti a mettere piede a L’Aquila. ‘Non ce li voglio a L’Aquila, città nobile aristocratica che non merita questo genere di cose’, ha detto il sindaco, agendo in nome di una crociata ideologica, di una parte e non di tutti, intestandosi gli spazi della città come una cosa sua e soprattutto pretendendo di gestire in prima persona i fondi destinati al Festival dal ministero della Cultura. L’Aquila non merita questo genere di cose”.

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