Eduardo Chirinos era nato a Lima il 4 aprile 1960, dove esordì ventenne rinnovando con i suoi versi la poesia sudamericana, sopratuto per la sua scelta di utilizzare stili poetici differenti. Chirinos pur inserendosi nella tradizione poetica peruviana in ogni suo libro rinnova la propria ricerca e innesta altre culture letterarie a quella del proprio paese, utilizzando ogni volta un registro differente.
La sua poesia si fa prosa poetica; dà voce agli amati animali lasciandoli agire e ‘pensare’ nel loro spazio. Tra i suoi libri di versi figurano “Cuadernos de Horacio Morell” (1981), “Crónicas de un ocioso” (1983), “Archivo de huellas digitales” (1985), “La morada del silencio” (1998), “Mientras el lobo está” (2010), “No tengo ruisenores en el dedo” (2008) e “Humo de incendios lejanos” (2010). La raccolta poetica intitolata “Breve historia de la musica” (2001) è ispirata all’ascolto dei suoi brani preferiti.
Libri che ogni volta stupiscono, sempre divversi, insoliti ed ironici e sempre molto coinvolgenti per via del loro fervido eclettismo, con fili conduttori che unificano tutta la sua opera: l’amore per la musica e il silenzio che potenzia il linguaggio e obbliga il lettore “ad ascoltare con gli occhi, a vedere con le orecchie”; gli animali e la natura; il mondo dell’infanzia e della favola; l’inclinazione per un linguaggio comprensibile e colloquiale. Da noi un riferimento diretto è Saba, citato anche in una poesia che ha lo stesso titolo – in italiano – di un testo del poeta triestino: “La solitudine”.