The Batman: un film a metà tra il noir d’autore e il blockbuster hollywoodiano | Giornale dello Spettacolo
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The Batman: un film a metà tra il noir d’autore e il blockbuster hollywoodiano

Il nuovo capitolo sul Cavaliere Oscuro è uscito nelle sale lo scorso 3 marzo. La regia firmata da Matt Reeves è una certezza: film dai toni cupi e dark, tipici del noir, si fondono alla spettacolarizzazione del cinema action di Hollywood

The Batman: un film a metà tra il noir d’autore e il blockbuster hollywoodiano
The Batman (2022), regia di Matt Reeves
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23 Marzo 2022 - 15.44


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Di Manuele Calvosa

A dieci anni dall’ultimo Cinecomic sul Cavaliere Oscuro, torna nelle sale un nuovo capitolo sulla saga dell’uomo pipistrello con la pellicola diretta da Matt Reeves. Lo snodo della vicenda parte il 31 ottobre e vede l’eroe al suo secondo anno di attività: il film è chiaramente ispirato alla miniserie a fumetti “Batman: Il lungo Halloween” di tredici numeri dedicata all’omonimo personaggio, scritta da Jeph Loeb, disegnata da Tim Sale e pubblicata dalla DC Comics tra l’ottobre del 1996 e l’ottobre del 1997.

Batman: Il lungo Halloween (1996-1997)

The Batman è vendetta, rabbia e furia, ma non solo. È certamente un film sui supereroi dai toni cupi, dove il noir autorale si fonde al blockbuster. La chiave è stata quella porre Batman in una veste diversa: l’eroe cede il posto all’investigatore. Batman continua, però, ad essere “l’eroe di cui Gotham ha bisogno ma che non merita in questo momento” .

The Batman (2022) – Trailer

In un’epoca in cui la MCU ha preso il sopravvento sul mercato cinematografico, Matt Reeves ricalca i toni del Joker di Todd Philips, comprendendo che questa sia la strada giusta per i cinecomic DC futuri. In una Gotham sempre più distopica, in cui la pioggia è protagonista dall’inizio alla fine del film, ci sembra di rivedere quella follia perversa di John Doe di Se7en, attraverso il mood opaco di David Fincher e una fotografia molto scura. Ma non solo, gli squilibri mentali de L’Enigmista sembrano ripercorrere quelli di Jigsaw, il cattivo di Saw. Il regista attinge dal repertorio Nolaniano ma anche Burtoniano con una moltitudine di omaggi ai film precedenti.

Tuttavia, il Batman di Pattinson è completamente diverso dai suoi predecessori. Abbandonato il fascino del playboy, la caratterizzazione del personaggio di Bruce Wayne verte su toni molto più cupi: depresso all’inverosimile a causa della perdita dei genitori, uccisi sotto i suoi occhi, l’uomo pipistrello di Pattinson ha fame di vendetta e desiderio di scoprire chi ha ucciso Thomas e Martha. Poco spazio per Bruce Wayne, presentato come la vera maschera di Batman, quasi a voler sottolineare la sua alienazione dal mondo; il protagonista non ha vita sociale, e stenta a rapportarsi con altre persone. Solo quando indossa la maschera riesce ad essere davvero se stesso.
Nessun focus sul fisico statuario del personaggio: l’accento è posto sul lato mentale, le capacità intuitive e geniali di Batman, perché questa versione dell’eroe deve essere necessariamente più “umana“ per aderire meglio agli scopi narrativi del film. Lo vediamo, infatti, affiancare la polizia, seppur rimanendo il vigilante tanto odiato dalle istituzioni di Gotham City.

The Batman (2022), locandina

I personaggi
Jeffrey Wright veste magnificamente i panni di Jim Gordon ed è lui la vera spalla del Cavaliere Oscuro per l’intera durata del film, mentre Zoë Kravitz interpreta Selina Kyle (Catwoman), la gatta-ladra che prima allontana e poi viene attratta dal pipistrello e condisce il film con una vena da femme fatale molto fedele al personaggio del fumetto.
A tratti sembra un film di David Fincher: l’Enigmista (Paul Dano) di Reeves si ispira fortemente al killer dello zodiaco, assassino realmente esistito e attivo in America negli anni Sessanta e mai smascherato. Scelta ben ponderata quella del “unmask the truth” che è difatti lo slogan del film, frase chiave dei piani di un brutale assassino cha agisce al fine di essere ricordato e temuto dalle generazioni future.

Ma l’Enigmista non è l’unico villain: sono presenti nel film anche il Pinguino, Oswald “Oz” Cobblepot (Colin Farrell) e Carmine Falcone (John Turturro). Proprio Falcone è il boss della malavita di Gotham, colui che muove i fili di un’organizzazione intricata ben oltre le aspettative del supereroe.
The Batman sembra davvero aver dato il via ad una nuova trilogia; ha tutte le carte in regola per entrare a far parte di un nuovo genere di cinecomic avviatosi con Joker di Todd Philips. Sono presenti piccoli indizi che fanno pensare a diverse strade da poter percorrere nonostante il finale autoconclusivo. Al momento, però, ci godiamo la “rinascita” de “l’eroe che Gotham merita, ma non quello di cui ha bisogno adesso”. Un film dai toni cupi quindi, un noir ad alto budget che segna il ritorno dell’uomo pipistrello, di Vendetta, come lui si fa chiamare, e di quel qualcos’altro che sempre lui afferma di voler diventare.

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