Il mito della cantante Billie Holiday rivive nel nuovo film di Lee Daniels, “The United States vs. Billie “, grazie all’interpretazione della cantautrice Andra Day, che le è valsa due nomination ai Golden Globes come miglior attrice in un film drammatico e miglior canzone, “Tigress and Tweed”, da lei interpretata e scritta con Raphael Saadiq.
Il film è un omaggio alla “Signora del blues”, dagli aspetti più noti ai quelli meno conosciuti, a partire dall’infanzia traumatica dovuta alla madre che l’ha costretta a prostituirsi a 11 anni, l’abuso di alcool ed eroina, la sessualità, ma soprattutto la persecuzione della cantante da parte del governo americano, che ha contribuito anche alla morte prematura, nel 1959, a soli 44 anni.
Il film segue l’artista principalmente nei 12 anni finali della sua vita (con flashback sul suo passato), quando l’FBN (Federal Bureau of Narcotics), e uno dei suoi emissari di punta, Harry J. Anslinger (Garrett Hedlund), per stroncare la carriera dell’artista, che continuava a cantare nei suoi concerti “Strange Fruit” -nel quale si parla del linciaggio di un uomo di colore-, la rende bersaglio di un controllo costante al limite della persecuzione. A causa della dipendenza di Billie dall’eroina, incontri sbagliati, problemi personali e professionali e a volte l’utilizzo da parte delle autorità di prove false, la donna finisce più volte in arresto (nel 1947 sconta anche un anno di prigione).
Nonostante la sua fama, Billie Holiday aveva dovuto combattere tutta la vita contro la discriminazione: fu una delle prime cantanti nere a suonare con musicisti bianchi, ma doveva entrare dall’ingresso secondario e restare in camerino fino al momento di entrare in scena. Il regista Lee Daniels racconta il legame emotivo con la cantante afroamericana: “La signora del blues (diretto da Sidney J. Furie nel 1972, con Diana Ross nel ruolo della protagonista) è il film che mi ha spinto a diventare regista. Volevo che con i miei film si sentisse come mi sono sentito io dopo aver visto quello”. A distanza di anni afferma: “Mi arriva questo bellissimo script su Billie Holiday e mi rendo conto di quanto non sapessi delle sue lotte. Quando pensiamo al movimento dei diritti civili, vengono subito in mente nomi come Martin Luther King, Malcolm X, Gandhi, Rosa Parks. Secondo me Billie Holiday ha dato impulso a quel movimento, con la sua canzone Strange Fruit ed è un fatto che non si trova nei libri di storia”.
La protagonista del film Andra Day, che per la parte è dimagrita di 17 chili, sottolinea: “Sapevo che il governo avesse dato la caccia a Billie Holiday, ma non sapevo fino a che punto si fosse spinto. L’unico modo che avevano di portare avanti quel sistema di oppressione era schiacciare la verità, quella che Billie cantava. Mi ha stupito la sua forza nel combattere da sola, la sua resilienza, il suo potere interiore. La considero realmente la madrina della lotta per i diritti civili. In lei c’erano il desiderio di essere ascoltata e al tempo stesso una grande vulnerabilità. Essendo una donna nera che vive negli Stati Uniti, conosco quella solitudine e quel sentirsi invisibile”.
Per gli abiti, la maison italiana Prada ha scelto 9 costumi di scena, tutte rivisitazioni d’archivio realizzate insieme al costumista Paolo Nieddu, per anni assistente stylist sul set di “Sex and the city”. “Lo stile di Billie Holiday – si legge sulla pagina Instagram di Prada – come la sua voce, era potente e melodioso al tempo stesso e rispecchiava il suo ruolo di icona culturale, complessa e affascinante”.
Il film sarà disponibile dal 26 febbraio sulla piattaforma Hulu.
La vera storia di Billie Holiday e delle sue lotte nel nuovo film di Lee Daniels
Due volte nominato ai Golden Globes, “The United States vs Billie Holiday” racconta discriminazioni subite e battaglie e andrà in onda su Hulu il 26 febbraio
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8 Febbraio 2021 - 16.44
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