“Il Traditore” di Marco Bellocchio era arrivato ai David di Donatello con 18 candidature e ha vinto i riconoscimenti più importanti con sei statuette: miglior film, regia, sceneggiatura, attore protagonista (Pierfrancesco Favino, che ha superato Toni Servillo, Alessandro Borghi, Luca Marinelli, Francesco di Leva), attore non protagonista (Luigi Lo Cascio, che ha sconfitto il Benigni di “Pinocchio”), montaggio (Francesca Calvelli).
Il film sul boss mafioso pentito Buscetta ha battuto Matteo Garrone: la sua rivisitazione della fiaba di Collodi ottiene cinque statuette tecniche (scenografia, costumi, acconciature, trucco, effetti visivi), non quindi quelle di primo piano pur se sempre di valore. Una serata, venerdì 8, dal retrogusto amaro: in tv su Rai1 con Carlo Conti e collegamenti dei protagonisti da casa per il Coronavirus.
Miglior attrice è stata decretata Jasmine Trinca per “La dea fortuna” di Ozpetek. Tre David sono andati al “Primo re” di Matteo Rovere, la sorpresa dell’annata scorsa e una pellicola decisamente originale per il cinema italiano; a “Martin Eden” su Jack London solo un riconoscimento per la sceneggiatura non originale.
Da segnalare la multietnica (e musicalmente strepitosa e inventiva) Orchestra di piazza Vittorio che ha vinto come musicista per il rifacimento, originale, del mozartiano Flauto magico trasposto in film dopo la versione live.
Su questa scia possiamo inserire chi ha vinto come miglior regista esordiente: Phaim Bhuiyan per il film “Bangla”. Per la cronaca: con famiglia dal Bangladesh, è romano dove è nato nel 1985 e dove vive.
Miglior canzone originale? Dopo aver vinto Sanremo Diodato conquista anche il riconoscimento per il brano per “La dea fortuna” di Ozpetek che ha superato Brunori sas (“L’ospite”) e Thom Yorke (“Suspiria” di Luca Guadagnino).
“Selfie” di Agostino Ferrente riconosciuto come miglior documentario. Al già annunciato David speciale alla carriera Franca Valeri, cento anni il prossimo luglio, commenta tra l’altro: “La comicità quando è fatta bene può anche commuovere”.
Apre la cerimonia una lettera di Sergio Mattarella inviata a Piera Detassis, presidente dell’Accademia del Cinema che assegna i premi. Il presidente della Repubblica auspica che il cinema torni “a sognare e a far sognare” “dopo la drammatica epidemia”.
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