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Due registe italiane al festival di Jihlava: due profonde riflessioni sull'esistenza

Anna Marziano, 'Al di là dell'uno' e Carla Vestroni 'Una storia volatile' raccontano le loro opere in lizza per la sezione principale del concorso.

Due registe italiane al festival di Jihlava: due profonde riflessioni sull'esistenza
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24 Ottobre 2017 - 15.10


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“Come amare, come non amare? E cosa significa questo amare, a livello più ampio, in gruppi sociali? Attraverso incontri con varie persone in India e in Europa, il film è diventato un’ampia meditazione che spinge le spettatore a riposizionarsi continuamente per riflettere sugli equilibri individuali tra desideri e realtà, sul bisogno di comunità e il bisogno di libertà”.

A parlare è la regista Anna Marziano a proposito della sua opera ‘Al di là dell’uno’, in concorso nella sezione principale ‘Opus Bonum’ e in première europea il 27 ottobre al 21/o festival internazionale del documentario di Jihlava, in Repubblica Ceca. Ma non è la sola regista in concorso per questa sezione: c’è anche Carla Vestroni, autrice di ‘Una storia volatile’, anch’esso in concorso nella sezione principale ‘Opus Bonum’, proiettato in prima visione mondiale il 27 ottobre.
“E’ un film che qualcuno ha definito un saggio sullo spazio e sul tempo: accade che un piccolo evento attiri la mia attenzione e questo diventa per me un’esperienza di sguardo”.

Così racconta la seconda regista il suo film, aggiungendo: “Le riprese sono state un momento di fascinazione, l’occhio scopriva quello che prima non aveva visto.

‘L’attenzione porta a vita l’esistente’, si dice nel film e questa è stata una risposta che il film nel suo farsi ha dato a un mio pensiero. Penso che la varietà e la molteplicità pressante delle comunicazioni della vita contemporanea ci privino dell’attenzione. Credo che il film sia stato per me un”opportunità’, parola chiave usata nel film da Robert Wyatt, il musicista inglese, figura tra le altre che si sono presentate alla mia mente nella fase di montaggio”.

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