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Banat: l'Italia che emigra

È una bella sorpresa e una voce letteralmente controcorrente, quella del regista Adriano Valerio che al Bif&st ha presentato Banat Il viaggio.

Banat: l'Italia che emigra
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6 Aprile 2016 - 12.05


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di Piero Cinelli

È una bella sorpresa e una voce letteralmente controcorrente, quella di Banat Il Viaggio, il film di Adriano Valerio presentato al Bif&st. Mentre tutta l’attenzione mediatica è concentrata sui flussi migratori verso il nostro paese, Valerio insegue la storia di due giovani italiani e disoccupati che cercano una sistemazione in Romania, nella regione agricola del Banat. Lui è un agronomo e accetta una proposta di lavoro da un produttore di mele rumeno, lei lo seguirà dopo qualche mese, dopo aver perso il proprio lavoro al porto di Bari. Fin qui la vicenda lavorativa, destinata a concludersi, come le vicende di quasi tutti gli extracomunitari, poco felicemente. Ma parallelamente il film segue una traccia sentimentale, destinata a crescere da una incerta simpatia ad un incontro di solitudini che potrebbe diventare l’unico luogo possibile dell’esistere, in un mondo sempre più vasto e sempre più inospitale. Protagonisti Edoardo Gabriellini, l’attore feticcio di Paolo Virzì in un contesto sfumato e quasi sottovoce, ed una sensuale quanto pudica Elena Radonicich, due giovani anime che cercano rifugio nel proprio abbraccio dalla tempesta della vita.

Dopo cinque anni di gestazione il film è stato girato in cinque settimane ed in cinque diverse regioni: Italia, Romania, Banat, Bulgaria, Macedonia. Il titolo avrebbe dovuto essere La giusta distanza, per definire il tema centrale del film, ovvero la solitudine e lo spaesamento, ma già esisteva un film con quel titolo pertanto abbiamo optato per Banat, perché oltre a definire la regione dove il film è stato girato e che rappresenta, almeno per il protagonista, una speranza di realizzazione, è una parola che in varie lingue presenta vari significati, in ungherese è dolore, in arabo è donna. L’idea del film proviene dall’esperienza di un amico che diversi anni fa decise di coltivare mele in Romania, un’idea che abbiamo sviluppato dopo l’integrazione di questi paesi in Europa come un’apertura a nuove possibilità di lavoro. Banat parla di questa generazione che vede i confini europei come una soglia da attraversare per cercare altre opportunità, ma che inevitabilmente è costretta a vivere sulla propria pelle il senso di spaesamento e di distacco dalle proprie radici.

BANAT IL VIAGGIO – TRAILER:

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