Francesca Archibugi ha presentato a Roma il suo nuovo film, “Il nome del figlio”, remake italiano de “Le prenom”, piece teatrale francese arrivata nei cinema italiani nel 2012 con il titolo “Cena tra amici”. “Sono contentissima di aver fatto questo film – ha dichiaratola Archibugi, tornata a dirigere una pellicola dopo 6 anni -. Ringrazio Francesco Piccolo, co-sceneggiatore insieme a me, di avermi fatta alzare dal mio divano. Abbiamo fatto come un viaggio trans-oceanico io e il cast lavorando in modo pignolo per lasciare poi spazio all’improvvisazione”.
Il film è in uscita oggi, 22 gennaio 2015, nelle sale italiane distribuito da Lucky Red in 280 copie. La pellicola è, secondo la regista, antropologica perché racconta gli italiani di oggi dal punto di vista politico-sociologico: i personaggi de “Il nome del figlio” sono archetipi dell’Italia del 2015, dal cialtrone all’insegnate dalla vita apparentemente tranquilla, dall’accademico pieno di moralità alla scrittrice fallita.
Il film racconta infatti la storia di una coppia in attesa del primo figlio, Alessandro Gassman (Paolo), estroverso e burlone agente immobiliare, e Micaela Ramazzotti (Simona), bellissima di periferia e autrice di un best-sellers piccante. Valeria Golino veste i panni di Betta, sorella di Paolo, insegnante con due bambini, apparentemente quieta nella vita familiare, Luigi Lo Cascio in quelli di Sandro, suo marito e cognato di Paolo, raffinato scrittore e professore universitario precario. Tra le due coppie l’amico d’infanzia Rocco Papaleo (Claudio), eccentrico musicista che cerca di mantenere in equilibrio gli squilibri altrui.
Alla conferenza stampa di presentazione era presente anche Alessandro Gassman, che a proposito del suo personaggio superficiale e cialtrone, ha dichiarato: “Rappresenta una fascia molto ampia della popolazione di questa Penisola. Ho alcuni amici così come lui che più che essere uno di destra non sai neppure bene chi è davvero”.
Luigi Lo Cascio, che nel film interpreta Sandro, ha sottolineato come il suo personaggio sia “uno concentrato solo sulle sue cose. Uno che capisce che quello che insegna e scrive non interessa a nessuno e così si rinchiude sempre più su se stesso”. Micaela Ramazzotti infine ha aggiunto: “Il mio ruolo è quello di una scrittrice che sembra al primo strato un po’ scemetta, una bora di Ostia, ma che poi rivela, solo al terzo strato, di avere vero talento”.