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I Simpson hanno un serio problema con le accuse di razzismo

La serie animata più seguita al mondo è stata accusata di perpetuare uno stereotipo razziale. La risposta alle critiche non è piaciuta per nulla ai fan

I Simpson hanno un serio problema con le accuse di razzismo
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10 Aprile 2018 - 16.48


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In questi giorni si è scatenata una bufera mediatica contro i Simpson, la serie televisiva animata più celebre al mondo, che è stata accusata di perpetuare uno stereotipo razzista. La questione è particolare, dato che i Simpson annovera tra i suoi personaggi moltissimi stereotipi (tra cui anche due personaggi italo-americani) che in tutti questi anni sono sempre stati percepiti come innocua satira. Ma con Apu, che i fan riconoscono come il proprietario indiano del Jet Market, le cose sarebbero più complicate.

A pensarla così è il comico indiano-americano Hari Kondabolu, che ha realizzato un documentario di un’ora chiamato appunto The Problem with Apu, ‘Il problema con Apu’. 

Nel documentario, Kondabolu racconta che, da appassionato dei Simpson, da bambino era felice del personaggio di Apu, dato che si trattava dell’unica rappresentazione della sua cultura nella televisione americana. Col tempo, però, Kondabolu si è reso conto che il personaggio, che è in effetti il più caratterizzato dalla sua etnia tra tutti i personaggi fissi dei Simpson, nel corso degli anni ha contribuito a perpetuare uno stereotipo che ha avuto ripercussioni sulla vita di molti giovani indiano-americani. 

Kondabolu racconta che molto spesso lui e molti suoi coetanei di origine indiana sono stati chiamati ‘Apu’ durante gli anni di scuola e, per chi come lui ha voluto intraprendere una carriera nel mondo dello spettacolo, è stato sempre molto difficile andare oltre lo stereotipo dell’indiano che per anni in televisione è stato rappresentato solo da Apu. Quella di Kondabolu non è una voce isolata: nel documentario appaiono molti attori indiano-americani, tra cui Haziz Ansari, ideatore della fortunata serie di Netflix Master of None, che racconta di come anche la sua vita sia stata costellata di vari riferimenti ad Apu.

Un atteggiamento che Kondabolu indica come falsamente innocuo, dato che contribuisce a dare una visione della cultura indiana che non solo è stereotipata, ma che non si è mai evoluta dalla creazione dei Simpson fino ad oggi: “Apu non è nemmeno doppiato da un vero attore indiano” racconta il comico nel documentario, “ma la sua voce è di Hank Azaria, un attore ebreo americano bianco. Fondamentalmente, Apu ha la voce di un uomo bianco che imita un altro uomo bianco che prende in giro mio padre”. 

La polemica è montata in questi giorni soprattutto perché i Simpson hanno risposto al documentario: nell’ultimo episodio andato in onda, Marge sta leggendo un vecchio libro a Lisa, ma si accorge che è pieno di stereotipi razzisti e comincia a censurarlo. Lisa allora si rivolge direttamente allo spettattore e afferma: “Qualcosa che quando iniziò decenni fa era apprezzato e considerato non offensivo, ora è ritenuto politicamente scorretto. Cosa ci possiamo fare?” e Marge risponde: ” Di certe cose ci occuperemo più avanti”. Lisa dice poi: “O forse mai”.

La reazione su twitter è stata però di sdegno: il regista Kondabolu ha twittato che i Simpson non hanno capito nulla del documentario, riducendo la questione al “politicamente corretto” e in molti gli hanno dato ragione, sostenendo tra l’altro che il personaggio di Lisa avrebbe sostenuto la posizione di Kondabolu. Insomma, nel tentativo di placare le critiche, i Simpson si sono dati la proverbiale zappa sui piedi, aumentando le accuse di razzismo e, peggio, di menefreghismo. 

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