Al via il nuovo programma di Fiorello su Raiuno, ma il Tg1 protesta: "Non informati dai vertici"

Dopo le indiscrezioni filtrate da Viale Mazzini circa l'orario di messa in onda della striscia quotidiana di circa un'ora al mattino, la redazione del Tg1 ha digrignato i denti e scritto di suo pugno una dura nota contro le decisioni dell'azienda

Al via il nuovo programma di Fiorello su Raiuno, ma il Tg1 protesta: "Non informati dai vertici"
Rosario Fiorello
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19 Ottobre 2022 - 16.04


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Di Leonardo Antonelli

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Tanto tuonò che piovve. Dopo anni di riavvicinamenti intensi ma fugaci del mattatore del piccolo schermo alla Tv pubblica al fianco del suo migliore amico e collega Amadeus nelle ultime 3 edizioni del Festival di Sanremo, ora Rosario Fiorello sceglie di tornare in punta di piedi per dare il buongiorno agli italiani.

Eh sì perché il must di Fiorello fin dal suo esordio è stata la radiofonia e con questa (forse) vuole concludere la sua lunga carriera. Ma, con un crossover tra Tv e Radio che in questi ultimi anni sta prendendo piede in maniera preponderante, sceglie questa volta ( e per la prima volta) di svegliare il pubblico di Raiuno con un programma radiofonico, “Viva Asiago 10!”, che andrà in onda la mattina non soltanto sulla rete ammiraglia del servizio pubblico ma anche su Rai Radio 2 e su Raiplay: una novità assolutà.

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Dei contenuti del programma si sa ancora poco (in verità come tutte le apparizioni e gli sketch del comico siciliano): sarà sicuramente nello stile di “Edicola Fiore” ed andrà in onda ufficialmente dal 28 Novembre, con un rodaggio di 3 settimane a partire dal 7 novembre sulle piattaforme web.

Dopo le indiscrezioni filtrate da Viale Mazzini circa l’orario di messa in onda della striscia quotidiana di circa un’ora al mattino, la redazione del Tg1 ha digrignato i denti e scritto di suo pugno una dura nota contro le decisioni dell’azienda, rea, secondo il cdr, non soltanto di aver tolto un’ora di informazione preziosa che proprio il Tg1 cura in quella fascia oraria, ma di non aver avuto rispetto del lavoro svolto fino ad ora.

Il cdr recita: “Sappiamo che l’Usigrai non è stata preventivamente consultata, come deve avvenire in caso di cambio di palinsesto. E per questo ha già notificato all’azienda la mancata informativa. All’azienda come Cdr del Tg1 chiediamo: il Consiglio di Amministrazione della Rai è stato informato di tale cambiamento? I suoi componenti hanno tutti condiviso questa scelta?”, si legge nel comunicato. Il Cdr sottolinea “la battaglia fatta per ottenere quegli spazi e lo sforzo enorme compiuto da tutti noi sul mattino, impegnandoci su un lavoro di ripensamento e valorizzazione di quella fascia”.

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“Poniamo anche un’altra domanda: quali sono le motivazioni editoriali di tale scelta? – si legge ancora nella nota – Come si può pensare di interrompere il flusso informativo con un programma satirico, generando confusione nel pubblico a casa? Non si può ospitare questo nuovo programma nella fascia della rete successiva al Tg1 e al Tg1 mattina dopo le 9? Un programma satirico con ospiti come quello che intuiamo dalle notizie circolate inoltre avrà un costo maggiore per l’azienda rispetto alla produzione del telegiornale e del Tg1 mattina”, prosegue il comunicato del Cdr.

Da un lato è comprensibile la rabbia e la frustrazione della redazione del telegiornale che si è vista espropriata, senza essere informata, di una parte importante di fascia oraria che cura e gestisce dal 1986, anno di inizio delle trasmissioni mattutine con “Uno Mattina”. Non solo, ma proprio a giugno, dopo anni di immobilismo tra i blocchi del programma e le varie edizioni del Tg1, era stata scelta una nuova formula innovativa per la mattina di Raiuno, con il ridimensionamento a 50 minuti del programma vero e proprio e un nuovo ticket fra rassegna stampa e infoeintment a partire dalle 6. Cambiare tutto dopo appena 4 mesi di rodaggio sembra una sconfessione di una rivoluzione di palinsesto che sembrava epocale.

Eppure il nuovo spazio informativo sbandierato a più non posso e con la discesa in campo di pezzi da 90 del telegiornale per la conduzione già dal mattino, non ha porta gli esiti sperati in termini di ascolti, che anzi sono bassi e spesso in concorrenza con Rai 3.

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Sarà stato soprattutto questo ad aver convinto la direzione della rete ammiraglia a cambiare decisamente linea e tono editoriale per risollevare gli ascolti atterriti? Allo share l’ardua sentenza.

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